L’allungamento della vita media e l’aumentata fragilità dei rapporti amorosi e lavorativi portano molte persone tra i quaranta e i sessant’anni a cedere a freschi innamoramenti o a incappare in nuove e complesse scelte occupazionali.
Gli «anta» costringono a fronteggiare, spesso con insicurezze e frustrazioni, mutamenti decisivi: il corpo è soggetto a un graduale e a volte impercettibile mutamento, cambia la visione del futuro e vengono risistemati i ruoli occupati in famiglia e in società. Ma buon senso ed equilibrio possono garantire sorprendentemente un trascorrere sereno della “terza età”, se tutte le energie si presentano impegnate a contrastare gli inevitabili mutamenti, pronte a consentire scelte sempre appropriate e adatte ad esplorare, e con soddisfazione, tutte le potenzialità, comprese anche quelle troppo spesso testardamente misconosciute.
Conoscere se stessi
Credo che nel lungo periodo degli “anta” si dovrebbe aumentare la capacità di controllo sulla nostra vita per darle un senso nuovo.
Un Progetto pensato per i ragazzi delle nostre Scuole Superiori negli anni 1989/90 si identificava in uno slogan centrato sulla nozione dello star bene: “star bene con se stessi per star bene con gli altri …”. Tutti sappiamo che, per vivere bene con gli altri, dobbiamo avere prima un buon rapporto con noi stessi. E perché questo si realizzi bisogna che, come diceva Socrate, ci conosciamo meglio: invece ignoriamo i molteplici aspetti del nostro mondo interiore e non riusciamo a dare risposte soddisfacenti ai nostri bisogni e aspirazioni. Quasi tutti siamo i primi e più feroci giudici di noi stessi: non ci perdoniamo nulla e nello stesso tempo ci affanniamo a cambiare alcuni nostri aspetti difficilmente modificabili. Andiamo a esaminare, piuttosto, alcuni nostri punti deboli abbastanza secondari e banali e continuiamo a ignorare le nostre potenzialità: ci chiudiamo in noi stessi, ostinati a non voler percepire le opportunità offerte dall’ambiente che ci circonda e a non voler cogliere i nostri reali bisogni e ragionevoli intimi desideri, fuorviati sempre dall’ambizione, dalla voglia del potere e del successo e dalla bramosia per amori inusuali e disinvolte esperienze.
Invece sarebbe più ragionevole liberarci dai pregiudizi e dai condizionamenti di una vita, aprire gli occhi per guardare più serenamente gli altri e far partire con loro un rapporto virtuoso, fatto di giusta consapevolezza e dignitosa responsabilità.