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                  VISITA A VILLA SELVATICO – SARTORI ED AL MUSEO DELLA NAVIGAZIONE FLUVIALE

In un piccolo gruppo di Soci Agorà, martedì 29 maggio,  abbiamo partecipato alla visita della Villa Selvatico-Sartori , che si trova a pochi chilometri da Padova. Essa è accoccolata sul colle di Sant’Elena, altrimenti detto Monte dalla stupa per la presenza di una grotta sudorifera, che ha fatto la fortuna del luogo. La costruzione della bella villa, che anticipa i canoni del barocco con elementi architettonici medioevali ed orientaleggianti, ebbero inizio nel 1593. In seguito, nel 1642, Benedetto Selvatico fece costruire la ripida strada per farla percorrere dalle carrozze. Poco dopo, tra il 1648 ed il 1650, Luca Ferrari dipinse i grandi affreschi che si possono ammirare nel salone dove, attualmente, si tengono manifestazioni come conferenze o banchetti di matrimoni. Al centro del salone si innalza la cupola con la rosa dei venti . Dalla banderuola posta all’esterno, collegata ad un grande ago all’interno della cupola, viene indicata la direzione dei venti. Nell’ottagono al centro del soffitto, con un efficace effetto prospettico, il Padovanino dipinse la Gloria del Selvatico.

            

Scendendo da una superba scalinata si accede al grande parco. Nel 1814 il nuovo proprietario, Agostino Meneghini, incaricò l’ingegnere idraulico ed architetto Jappelli di trasformare il parco in giardino all’inglese e di realizzare i laghetti di acqua termale. Dello Jappelli sono anche le serre, le rimesse e la testata della scalinata. La villa fu trasformata in stabilimento termale frequentato da personaggi illustri come Stendhal e Heine. Una targa marmorea ricorda che nel 1918 la villa accolse il Re del Belgio Alberto I° e la Regina Elisabetta. Nel 1901 la villa ed il parco furono acquistati da Emo Capodilista che, dopo la seconda guerra mondiale, la restaurò. Attualmente la villa langue in uno stato di trascuratezza dovuto a mancanza di fondi. Le ampie stanze che affacciano le finestre sul panorama aperto dei colli Euganei, soffrono la mancanza delle cure che meriterebbero. I mobili superstiti ed i broccati che coprono i letti a piazze larghe sembrano sparuti. In stanze disadorne trovano posto complementi d’arredo pomposi da esporre in occasione dei banchetti di matrimoni facoltosi, in altre stanze sono depositate stoviglie ammonticchiate. Il parco manca di cure anch’esso ma gli alberi e le erbe conservano la dignità che conferisce loro la natura. Abbiamo lasciato la villa meravigliati di tanta bellezza e dispiaciuti di tanto abbandono.

          

Subito dopo ci siamo diretti al Museo della Navigazione Fluviale a Battaglia, un vero gioiello che è nato dalla passione e dall’ingegno dell’ultimo barcarolo di Battaglia, il recentemente nominato “Cavaliere della Repubblica” Riccardo Cappellozza. Il Museo è organizzato in maniera impeccabile, ogni sala tratta un argomento distinto: la sala A le imbarcazioni, la sala B i cantieri, la sala C le via navigabili, la sala D la propulsione e la sala E la vita di bordo. Numerosi gli oggetti esposti, tutti perfettamente restaurati,  notevoli sono anche i modellini e straripante è la passione dell’ex barcarolo.

     

     

Quella al Museo della Navigazione Fluviale è una visita che ci ha veramente sorpresi ed  entusiasmati e che suggeriamo a tutti.

Francesca Boldrin