UOMO BIANCO = UOMO NERO

(Impressioni d’Africa)

 

Lunedì 17 agosto 2015 , come da programma si parte per raggiungere gli amici a Tonezza del Cimone, le previsioni meteo non sono favorevoli , è prevista pioggia fino a giovedì compreso, ma    come dice il proverbio “per la compagnia prese moglie anche un frate”, l’importante è cambiare aria.

Appena arrivati, saluti, prendo possesso della bella camera, sistemo la valigia quindi la compagnia si riunisce per una passeggiata in attesa dell’ora di pranzo.

Quattro passi verso il centro di Tonezza, alla fine arriviamo all’Albergo Belvedere per salutare i gestori che a suo tempo ci avevano ospitato con molto calore e simpatia.

Ora l’albergo ospita un nutrito numero di ragazzi provenienti per lo più dal Centro Africa, naturalmente si è parlato delle problematiche che questi giovani hanno creato con la loro presenza. Il Sig. Giorgio, gestore dell’albergo, ci ha rassicurato che non c’è alcun problema, l’unica cosa è che non rinunciano alle loro abitudini tribali, naturalmente molto diverse dalle nostre, qualche volta anche in contrasto.

In questo periodo in cui gli sbarchi si intensificano, per l’opinione pubblica è motivo di preoccupazione e anche di paura in quanto sia la loro educazione, legata alle loro radici tribali, sia la loro presenza in costante aumento, darà loro una forza contrattuale tale per cui, dal loro punto di vista, l’integrazione non sarà necessari (vedi città del sud della Francia).

Quanto sopra esposto è il mio, molto superficiale, punto di vista sul fenomeno dell’immigrazione, serve solo a supportare il racconto della visita, complice la pioggia, ad un’Esposizione intitolata  “ Homme Blanc – Homme Noir  = Impressions d’Afrique”.

            Gli organizzatori della mostra si sono posti le seguenti domande:

Come gli Africani vedono gli Europei?

Come gli Europei vedono gli Africani?

L’esposizione coniuga l’arte africanista e l’arte coloniale, sia l’immagine dell’Africano nell’arte europea e, reciprocamente, l’immagine del Bianco nelle società africane.

L’esposizione delle opere si sviluppa su due piani con grandi vetrine dove sono esposte molte piccole sculture in legno che rappresentano personaggi importanti del momento in forme grottesche e molto primitive alternate a opere di artisti europei.

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Le opere sono esposte, in ordine cronologico, raccontano la storia coloniale dell’Africa. Accanto alle statue, busti o teste in bronzo o marmo opera di artisti europei, inglesi tedeschi e olandesi in Africa al seguito degli eserciti coloniali si è sviluppata l’arte Africana con una grande produzione di opere, per lo più in legno colorato, che rappresentano i colonizzatori in modo caricaturale .

Si tratta di sculture in legno colorato di personaggi che in quel tempo (inizio del XX secolo) avevano un preciso ruolo nell’amministrazione coloniale.

Con quelle grottesche sculture viene messo alla berlina tutto l’apparato coloniale, generali, governatori ed  altri personaggi altolocati nonché ufficiali e soldati.  A mio avviso questo non era  altro che un modo per sopportare il peso dell’occupazione  dell’Africa da parte di stati europei.

 

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Ho lasciato per ultimo la descrizione del reperto n° 1 posto nel salone d’ingresso della mostra. Trattasi di un modelle anatomico del 1700 ca proveniente dal centro-sud della Germania. La relativa didascalia fa notare quanto segue: “i modelli anatomici come questo suggeriscono l’unicità dell’umanità. Il resto sono pretesti per delle teorie raziali pseudo-scientifiche, che sottolineano preferibilmente le differenze, principalmente  per quello che concerne le forme del cranio”

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Ai piedi del modello si legge: “Situato all’ingresso dell’esposizione questo modello antico, in legno di tiglio, invita il visitatore a superare le apparenze (preconcetti)

Dobbiamo prendere atto che, secondo un antico adagio, non c’è niente di nuovo sotto il sole.