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Un’ombra de vin

Se passeggiate per Padova, spesso sentirete in mezzo ad un gruppo di padovani uno di loro dire all’altro: “Andemo bever un’ombra”(andiamo a bere un’ombra). Seguiteli e li vedrete entrare in un bar, ordinare bicchieri di vino e continuare a chiacchierare davanti fin che non sono finiti…

Ma perché chiamare “ombra” un semplice bicchiere di vino? E’ una tipica parola veneziana che si usa da secoli e per di più nata nel centro assoluto della città: piazza San Marco!

A vederla oggi, affollata quasi ogni giorno da tutti e tutto, veneziani e turisti, colombi e bancarelle varie, uno non immaginerebbe mai che questa piazza è sempre stata così! Soprattutto i veneziani ma anche i foresti, i turisti dell’epoca, non mancavano di passare anche tante ore in piazza, e non a torto! La piazza era già allora, come si può anche verificare nei quadri e nelle incisioni degli artisti dal XIV secolo in poi, gremita di bancarelle varie, solitamente attorno alla base del campanile di San Marco: rigattieri, panettieri, spezieri, mescite di vino ecc… Per di più, sotto Carnevale si aggiungevano ambulanti, saltimbanchi, giocolieri ed altri che accorrevano per l’occasione. Quale miglior luogo per ritrovarsi! Ma rimanere a parlare sotto il sole fa sete!

Ed ecco i nostri mescitori di vino intenti a dissetare la folla! E per non rovinare il prezioso liquido, per mantenerlo sempre fresco malgrado il caldo che a volte soffocava tutta la città, giravano con la loro bancarella attorno al Campanile, inseguendo la sua ombra man mano che si spostava il sole, il vino per essere buono, doveva rimanere all’ombra… Detto, fatto: ormai il vino a Venezia si chiamava “ombra”. Si andava a bere in piazza un bicchiere di “ombra”…No, troppo lungo. Si andava a “bever un’ombra”! E così il bicchiere di vino rimase per sempre l’ombra.

E i nostri mescitori di vino? Con una così gran responsabilità, loro rimasero fino all’ultimo, anche quando tutte le altre bancarelle erano scomparse. Il campanile con loro attorno era il luogo di ritrovo per tutti, dalla gente comune ai patrizi che uscivano dal Palazzo Ducale, uomini e donne e bambini, nessuno mancava. Scomparirono solo con i primi bar attorno alle procuratie.

Ma l’ombra no, anzi: nel 1889, in una trattoria ora chiusa allora situata a San Polo, la trattoria “alla speranza”, si iniziò a chiamare ufficialmente ombra il decimo di vino, cioè un bicchiere standard.

Ancora oggi i veneziani vanno nei “bacari”, parola tipica veneziana per le osterie, ed è usanza accompagnare questa “ombra” o queste, da “cicheti” ovvero golosissimi assaggini di ricette veneziane, polenta con baccalà, polpettine di pesce o di carne, polipetti, sarde in saor, seppioline, musetto, fior di zucchine fritti, ecc..

Pian piano questo appellativo si diffuse in tutto il Veneto e anche a Padova è usanza fare il giro delle “cesete”le quali anche se non hanno un campanile offrono sempre “un’ombra” ristoratrice.

B.Paolo

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