Cari Ragazzi e Ragazze, come vedete ho intitolato l’articolo come bisnonno, ho raggiunto l’età di 82 anni e sono particolarmente emozionato perchè  dal 16 Aprile è nata Sofia la terza pronipote, i primi 2 hanno rispettivamente 10 e 6 anni.

Scrivo questo articolo per manifestarvi la mia simpatia e la mia soddisfazione nel leggere i vostri articoli, siete partiti alla grande come si confà nel’utilizzare le vostre energie, c0me vedete siamo lenti nel rispondervi, avete sollecitato la nostra memoria nel confrontarci, qualcuno ha iniziato a rispondervi e leggendo i loro commenti mi identifico in molti giochi descritti.

I miei ricordi sono legati molto alle vacanze estive che trascorrevo dai nonni paterni, che abitavano al paese dove sono nato (Tribano Pd), la avevo alcuni amici con cui giocavo a nascondino, guardie e ladri, ma durante il giorno seguivo i lavori dei campi fatti da mio nonno e lo zio come forza maschile, le cose più belle e emozionanti era nel’assistere alla trebbiatura del grano a giugno e la spigolatura delle pannocchie a settembre,  era bello perchè nel’occasione venivano anche i vicini ad aiutare i nonni, ed era motivo di racconti di storie vissute da chi aveva partecipato alla prima guerra mondiale (1915 – 1918 ), lasciandomi estasiato nel apprendere le avventure e anche chi raccontava di come si era salvato nelle varie azioni di guerra, poi si faceva la vendemmia e la spremitura dell’uva, il mosto che ne si ricavava   veniva travasato nella cantina per la maturazione del vino, a novembre il vino ottenuto veniva venduto dal nonno e al momento del ritiro del vino da chi lo aveva acquistato,  era motivo attenzione nel vedere i carri con le botti trainate da cavalli possenti e adatti al traino di carichi pesanti.

Come avrete intuito i giochi non erano molti perchè i mezzi finanziari della mia famiglia non erano cospicui, il poco denaro a disposizione serviva all’acquisto dei generi alimentari che mancavano nella dispensa, la maggior parte del cibo era frutto della campagna o dallo scambio di generi alimentari con la famiglie del vicinato e anche dai negozianti.

Non potevamo acquistare giocattoli e allora ci inventavamo giochi con le carriole o altri attrezzi agricoli del nonno, il più amato era nel procurarsi in vecchio cerchione di bicicletta senza raggi , e con un bastoncino fatto a u facevamo gare di abilità nel farlo correre nell’aia di casa

Un ricordo indelebile ancora al giorno d’oggi, era quando noi 4 fratelli andavamo a porgere gli auguri di buon Natale alla Nonna considerata da tutta la nostra famiglia, il punto di riferimento, il suo ringraziamento era di dare una piccola mancia a tutti noi con la raccomandazione di metterli nel salvadanaio (detto musina) e risparmiala per il futuro, a tale proposito l’ usanza degli auguri di Natale la facevamo anche ai vicini ottenendo qualche volta lo stesso risultato.

Mi auguro di non essere uscito dal tema dei giochi ma la mia infanzia l’ho vissuta in questo modo considerate che parlo dell’età scolare che va dal 1936 al 1940, (inizio della seconda guerra mondiale),  non ho parlato della vita in famiglia a Padova la mia città di residenza, la vita era completamente diversa sia perchè si viveva in casa e la scuola, davano un ritmo di vita visto in altra luce, mi fermo qui e lascio a voi il compito di giudicare se siete soddisfatti del mio racconto.

Un ciao a tutti e penso che ci conosceremo meglio quando verrete a Padova al Museo del Giocattolo, come programmato.