Alla fine del mese di Aprile del 1945, conclusasi finalmente la seconda disastrosa guerra mondiale, con la mia famiglia feci ritorno a Padova, nella casa dove ero nato; (a quel tempo i genitori non ricorrevano al ricovero ospedaliero per far venire al mondo i propri figli ma all’aiuto del medico di famiglia e di una infermiera, comunemente chiamata “levatrice”); ebbe così inizio per me una nuova vita. Subito non fu certo tutto facile, anzi! papà disoccupato, mia mamma casalinga con tre figli piccoli (me di sette anni, un’altro di quattro ed uno di 2), i pochi risparmi che a causa della svalutazione non valevano quasi più nulla. La situazione si poteva definire tragica; ma così non fu. Alcune cose basilari e molto importanti ci erano rimaste: la casa, fatta costruire quindici anni prima da mio papà che di professione faceva il geometra e che fortunatamente era stata risparmiata dai bombardamenti subendo pochissimi danneggiamenti, la sua determinazione e la sua grande voglia di poter lavorare che gli permisero in poco tempo, (dopo circa quattro mesi) di ottenere un incarico quale supplente temporaneo al Comune di Padova, trasformatosi poi a tempo indeterminato, la grande fede nella religione cattolica di mia mamma che riponeva ogni speranza nella divina provvidenza. In questo ambiente dove regnava l’amore tra i miei genitori e di loro per noi figli, dove il rispetto e la dignità regnavano sovrane, ho trascorso una infanzia serena, anche fortunata per aver potuto frequentare quotidianamente l’oratorio della mia Parrocchia, si chiamava allora “patronato”, retto da due ottimi sacerdoti, veri galantuomini che mi hanno trasmesso e fatto conoscere ed apprezzare i veri, importanti valori della vita.
Di altre due situazioni, a mio avviso fortunate, ho potuto avvantaggiarmi negli anni della prima giovinezza; della quotidiana presenza, alle scuole elementari di un maestro severo ma molto buono, Andreatta il suo cognome, che mi ha fatto crescere culturalmente, accompagnandomi dalla classe seconda alla quinta elementare e preparandomi in maniera egregia ad affrontare l’esame di ammissione alla scuola media. L’altra fortunata coincidenza infine, che pure non potrò mai dimenticare è stata quella di incontrare sui campi di calcio, il mio maestro sportivo, il signor Mariano Tansini, ex giocatore della nazionale italiana, mio allenatore nella squadra giovanile del Padova che soleva definirsi educatore, più che allenatore che mi ha trasmesso i valori della lealtà, della correttezza, del rispetto per gli avversari che in nessun caso debbono venire offesi od umiliati.
Questi sicuramente, ma anche altri, che non posso certo tutti citare, sono gli episodi e gli eventi che ritengo quelli che hanno contribuito in larga parte ad educarmi nel delicato momento della crescita di uomo, padre, cittadino.

Vitaliano Spiezia