Martedì 27/11 è stato proiettato il primo film di “Progetto cinema “Purtroppo non è stato possibile proiettare il film in programma per un problema tecnico ed è stato ripiegato su “POMODORI VERDI FRITTI”
Per il contrattempo e la lunghezza del film si è fatto tardi e non è stato possibile discuterlo con i presenti, mi sono permessa di includere una breve trama presa dal Web per poi esprimere le mie impressioni, nella speranza che qualcun altro mi faccia seguito.
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Trama “Pomodori verdi fritti

Evelyn Couch e suo marito Ed si recano in una casa di riposo dove alloggia la zia dell’uomo. Quando entrano nella camera della donna, questa caccia via Evelyn tirandole addosso un cestino con dei dolci. Evelyn decide di aspettare che Ed finisca la visita e prende posto nel salotto della casa di riposo: qui viene adocchiata da un’anziana ospite della struttura, Ninny, che intavola con lei una conversazione.
Ninny racconta a Evelyn che vive a Whistle Stop e le chiede se c’è mai stata, per puro caso Evelyn andando verso l’ospizio era passata per quel paesino ormai abbandonato. Whistle Stop è una cittadina dove la linea ferroviaria è ormai in disuso. Ninny inizia così a raccontarle una storia avvenuta molti anni prima: la storia di amicizia di due giovani donne anticonformiste, Idgie e Ruth, che nel cuore del sud degli Stati Uniti degli anni trenta, ebbero il coraggio di ribellarsi alla prepotenza maschile e al razzismo dilagante. Ninny racconta a Evelyn del Whistle Stop Café, gestito dalle due donne, e dall’amore che lega Idgie e Ruth fino alla fine.
Con questo racconto le emozioni e gli stati d’animo che affollano la vecchia signora riescono a entrare nella vita di Evelyn, che rinascerà e riscoprirà il piacere di sentirsi viva e di aggiustare ciò che nella sua vita non va come lei vorrebbe.
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Io ho vissuto questa visione come un bellissimo inno all’amicizia; Quell’amicizia che lega due persone più di un legame di sangue, pronte a rischiare tutto per il bene dell’amico. Un’amicizia (come viene rappresentata nel film) per capire ed equilibrare l’amica Iddie, più giovane di lei e, parecchio scapestrata a livello di un monellaccio, Ruth (giovane donna tutta per benino) accetta di essere al suo pari, facendo cose che mai prima avrebbe osato e con stupore si accorge che certe azioni vengono fatte a fin di bene e riesce anche a divertirsi.
Ad un cero punto del film troviamo l’atavica violenza dell’uomo sulla donna, problema purtroppo ancora adesso presente nella nostra società; non passa giorno che il telegiornale non ci dia qualche brutta notizia al riguardo. Le donne per anni si sono sottomesse agli uomini con rassegnazione per dovere e perché così venivano educate. Ora la donna si è ribellata ed ha acquistato la sua dignità, a volte, purtroppo con brute conseguenze. Non affermo che i due siano uguali (ognuno ha la sua particolarità) ma con il dialogo, fatto soprattutto con tranquillità e la voglia di voler trovare un accordo, la vita della coppia sarebbe molto più duratura e più felice ed inoltre sarebbe l’occasione per completarsi a vicenda. Che sia un’utopia questa mia opinione?
Tornando all’argomento amicizia nel film troviamo una doppia amicizia, quella di Evelyn e di Ninny, che si scoprirà alla fine d’essere Idgie, ancora viva. Raccontando la sua vita porta l’amica ad equilibrare i suoi complessi e vivere una vita più felice. Tanto ha imparato ad amare ed ammirare l’amica che non se la sente di lasciarla in ospizio e, convincendo il marito, se la porta a casa.
Gli anziani, dopo aver vissuta una vita, sia di gioie che di sofferenze ed aver acquisito esperienza, (sempre che la salute lasci loro ancora una lucidità mentale), potrebbero essere validi consiglieri.
Ma difficilmente i giovani accettano consigli ed allora non resta altro che osservare e lasciare che sia la vita ad insegnare.