In questi giorni è partita la seconda fase del Progetto Key.

Tale progetto è promosso dall’Unione Europea (se a qualcuno  può interessare questo è il link https://sites.google.com/site/projectkeyka2/) e coinvolge realtà inglesi, polacche e italiane.

Per l’Italia partecipa l’Università di Ca’ Foscari in  partnership con Agorà, come si è già verificato in precedenti progetti.

Questa seconda fase verte nello sviluppo della conoscenza della lingua inglese per poter comunicare in via informatica (Email, Skype) con gli altri partecipanti al progetto.

A questo punto vorrei fare una considerazione che, forse, a qualcuno può interessare.

Degli inglesi e della Gran Bretagna, bene o male, tutti noi abbiamo delle informazione, anche se a volte sono frutto di stereotipi, ma riguardo alla Polonia ed ai polacchi penso che ne sappiamo poco a cominciare dal sottoscritto per cui sono andato ad informarmi un po.

La Polonia è un Paese grande, più o meno, come l’Italia ma con una popolazione di poco meno di 40 milioni contro in nostri oltre 55 milioni, per cui la densità della popolazione è abbastanza scarsa e a parte Varsavia le altre città non sono molto grandi.

La Polonia ha avuto una storia molto travagliata, essendo anche senza barriere naturali, avendo le montagne solo al sud, mentre tutto il resto del Paese fino al Mar Baltico è piatto, ha dovuto sempre lottare e, spesso soccombere, contro mongoli, russi, tedeschi, svedesi austroungarici, e più volte è stato smembrata, riunita, divisa.

A titolo di esempio si possono ricordare si possono ricordare le sventure recenti della II Guerra Mondiale: il massacro di Katyn, il ghetto di Varsavia, Auschwitz.

Pur essendo una popolazione di origine slava, i polacchi sono piuttosto diversi dai potenti (e poco amati) vicini russi, o ucraini. Innanzitutto perché i polacchi sono cattolici, e tra l’altro molto ferventi, ed hanno una mentalità ed un approccio ai problemi molto ‘tedesco’ (anche se forse loro non lo ammetteranno mai), in quanto per buona parte della loro storia sono stati dominati dalla Prussia e/o dall’ Austria-Ungheria, nei confini attuali è compresa quasi completamente la Prussia, sia occidentale che orientale, e nella parte nord del Paese tra il’200 e il’500 hanno regnato i cavalieri Teutonici e successivamente le città sul mare hanno fatto parte della Lega Anseatica.

La Polonia è un Paese prevalentemente agricolo ed anzi è il maggior produttore agroalimentare della UE (grano, patate, carne) anche se l’agricoltura non ha ancora raggiunto gli standard dell’Europa Occidentale. Anche per questo la Polonia ha avuto un grande flusso migratoria verso le Americhe (Nord e Sud) nell’otto e novecento e, negli ultimi decenni, verso Scandinavia, Germania e Regno Unito.

Ora il Paese è nell’Unione Europa ed tra quelli che ne stanno traendo i maggiori benefici.

Negli ultimi decenni, probabilmente, il nostro interesse verso la Polonia è aumentato grazie ad alcuni personaggi molto famosi: Lech Walesa e Giovanni Paolo II.

Per quanto riguarda la popolazione polacca, quelli nati o cresciuti dopo la caduta del Muro sono cittadini europei e, grazie al’evolversi della società, sono, praticamente, molto uniformati ai giovani degli altri paesi dell’unione, forse sono più affini a quelli del centro nord Europa che quelli mediterranei, ma parlano discretamente l’inglese, vestono in modo simile, ascoltano la stessa musica e così via. Quelli più anziani (i nostri coetanei) sono cresciuti sotto il regime comunista e pur avendo una discreta scolarizzazione e più facile che abbiamo studiato il ……. russo.

Essendo, nonostante tutto, una popolazione di origine slava, e tenendo presente che le generalizzazioni devono essere prese con cautela, i polacchi sono piuttosto espansivi, baci e abbracci sono frequenti e non disdegnano fare festa magari scaldandosi con qualche bicchiere di vodka.

I polacchi sono un popolo molto orgoglioso e molto amante del proprio Paese sia per quanto riguarda la natura che i monumenti che, dopo la caduta del Muro, stano venendo in gran parte restaurati.