Forse in tanti ricorderanno quel lontano martedì del 2010, era esattamente il 2 di novembre 2010 che dopo tanti giorni di intensa pioggia il fiume Bacchiglione a stento è riuscito a contenere quella grande piena, una piena che ha spaventato tutti i cittadini di Padova i quali hanno anche pregato perché non possa succedere più. Con queste foto da me scattate voglio far ricordare quei terribili momenti. B.Paolo
Mi ricordo !
A quel tempo facevo ancora parte del Gruppo Volontari di Protezione Civile del Comune di Padova e quella sera eravamo tutti allertati.
Io ero sull’argine del Brentella per monitorare l’evolversi della situazione, e nella notte abbiamo provveduto a preparare la palestra di via Pelosa per accogliere gli eventuali sfollati.
Altri colleghi invece, prestavano assistenza ai residenti nella golena della Paltana, ed alle strutture della Rari Nantes.
Il giorno dopo ho prestato servizio lungo l’argine del Bacchiglione verso le chiuse di Voltabarozzo. Punto molto critico !!
Padova non ha avuto grossi problemi, a parte le case in golena di cui sopra. I problemi si sono verificati nella Bassa, a Bovolenta, Casalserugo e da quelle parti. Per circa una ventina di giorni siamo andati ad assistere gli abitanti di quelle zone e a cercare di prosciugare gli scantinati.
Essendo io già in pensione, ho partecipato ai turni della mattina, almeno 6 o 7. Anche se,purtroppo, almeno nei primi giorni il nostro aiuto era più morale e logistico (procurare i pasti, i viveri e i generi di prima necessità) piuttosto che pratico. In quanto che prosciugare gli scantinati e i garage in zone in cui i corsi d’acqua ed i fossati tracimano e i campi sono inzuppati, serve a poco: si fa uscire l’acqua da una parte ma in poco tempo rientro qualche decina di metri più in là.
Di questa emergenza quello che mi ha più colpito è il fatto che era grandemente prevedibile e prevista !!
Ad esempio proprio nella nostra sede c’era una mappa datata prima anni 2000 quindi, presumibilmente, basata su studi degli anni 90 o precedenti, in cui erano evidenziate le zone del bacino idrografico Bacchiglione/Brenta in cui c’era un elevato rischio idrologico.
E tali zone erano quelle che puntualmente sono andate sott’acqua.
Paolo