Da, la Repubblica.it  Scienze    06.11.2010

ROMA – Con il lancio del quarto satellite della costellazione Cosmo SkyMed, è stato completato il più grande programma spaziale italiano, costato oltre un miliardo di euro e dedicato all’osservazione della Terra. Il quartetto dei satelliti Cosmo SkyMed è ora al completo: gli altri tre della costellazione erano stati lanciati nel giugno e nel dicembre 2007 e nell’ottobre 2008.

Risolti i problemi tecnici che nei giorni scorsi avevano costretto a rinviare il lancio per quattro volte, il quarto satellite Cosmo SkyMed è stato finalmente lanciato alle 3,20 della notte scorsa dalla base dell’Aeronautica Militare statunitense di Vandenberg, in California, con un vettore Delta II della Boeing. Una volta raggiunta la posizione prevista nell’orbita polare rispetto agli altri satelliti della costellazione, il quartetto permetterà di aumentare le immagini trasmesse ogni giorno dalle attuali 1.350 a 1.800 e con un intervallo ridotto a quattro-sei ore. Questo è possibile grazie al radar ad apertura sintetica (Sar) attivo nella banda X, che permette di ottenere immagini anche di notte e attraverso le nuvole.

Il programma Cosmo SkyMed è stato  promosso dal ministero della Ricerca e finanziato da Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e ministero della Difesa. E’ infatti un sistema duale, utilizzato cioè sia a fini civili sia militari.
L’intera costellazione, compreso il sistema per la gestione dei dati, è stata progettata e costruita in Italia dalle aziende della Finmeccanica Thales Alenia Space, Telespazio e Selex Galileo.

Un grande successo italiano che ha realizzato un sistema “di alto livello internazionale”, ha commentato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Enrico Saggese. Il programma Cosmo-SkyMed, ha rilevato, “è il primo sistema di osservazione della Terra completamente concepito e costruito in Italia.” L’Asi – ha aggiunto – è orgogliosa di presentare il successo di questo programma e con estrema soddisfazione ci tengo a sottolineare che Cosmo-SkyMed ha già mostrato in questi anni l’alto valore aggiunto che può fornire nella gestione dei rischi, emergenze e monitoraggio ambientale”. Per questo, ha aggiunto, “è allo studio la possibilità di una seconda generazione di satelliti per offrire servizi sempre più accurati e affidabili”.

Soddisfazione è stata espressa anche dal ministro dell’Università e della Ricerca, Mariastella Gelmini, e dal presidente di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini.