Ieri mattina,  nell’affollata Chiesa Natività della Beata Vergine alla Mandria,  abbiamo dato l’ultimo saluto a Marisa.

Tutta l’Associazione Agorà si unisce al grande dolore di Giovanni, dei suoi figli e di tutta la famiglia.

Il suo Johnny, così chiamava quel giovanotto che lei adorava. E  rivedo ancora l’espressione di lui quando guardava con quegli occhi da innamorato e con un atteggiamento di protezione quella ragazzina alta e snella, con i capelli lunghi e ondulati.

Sempre insieme fin da giovani, con tanti progetti e tanti sogni da realizzare.

Ci siamo ritrovati dopo tanti anni in Agorà,  già nonni, e loro due più uniti di prima per affrontare una tempesta.

Ho pensato molto a quello che avrei voluto scrivere di Marisa, ma in questi giorni mi tornano alla mente solo un’immagine di Giovanni e le ultime parole che Marisa mi ha sussurrato. Quell’eterno ragazzone era arrivato in stanza con un piccolo gelato, al gusto di cocco come piaceva a lei. Marisa non aveva voglia di niente ma ne aveva assaggiato un po’ solo per fargli piacere.   Io le avevo accarezzato il braccio e la mano dicendole:  “Sembri una bambina, hai la pelle bianca e liscia, senza macchie e senza difetti”.  “E’ la morte che mi fa bella”  questa sua risposta mi ha spiazzato ed io ancora adesso non saprei che cosa dire.

Buon viaggio Marisa, i soci di Agorà sfoglieranno gli album delle fotografie e ti vedranno sorridere con loro durante qualche giornata in allegria con il calore del sole, la brezza del mare, i colori della terra e della vita.