L’ INFINITO È FINITO

Sfinito sull’umida riva
l’uomo dall’occhio spento
osserva quest’acqua grigia
senza confini.
Lontano all’orizzonte
un rudere galleggiante,
la vela logora
di ignobile colore
e rudemente rappezzata,
lo scafo fradicio
per lungo navigare,
indifferente veleggia
per spirare di tramontana,
verso un misero porto
di perduta gente.
Anche l’uomo,
malinconicamente solo,
aspetta dal cielo
un soffio di ponentino
per arrivare
all’ultimo porto della vita.
Una piccola figura
comparsa improvvisa,
con sommesso canto
accompagna il passo.
Una carezza e un pane
va cercando umilmente.
Come un dono di Dio
questo fanciullo
ha miracolato l’uomo.
La carezza all’innocente
ha risvegliato il cuore
e la volontà di vivere,
per dare al prossimo
aiuto e amore.

Ceronte
(Ottobre 2015)