Caro Babbo Natale, mi faccio coraggio, nonostante i miei anni, e ti scrivo una letterina.
E’ scontato che non ti chiedo giocattoli, sono però tentata di chiederti dolcetti, ma è meglio di no.
Non so se te ne sei accorto anche tu, ma il Natale è molto cambiato. E’ rimasto Il grande affaccendarsi per lo scambio dei regali, sono rimasti i festoni per le strade e nei negozi, alberi adornati da palline e ninnoli vari, coloratissimi e splendenti.  Si fanno pranzi succulenti, magari in ristoranti ecc. Naturalmente tutto questo per chi ne ha la possibilità. Ma dov’è andata a finire la sua sacralità ed i suoi grandi valori e mi chiedo: “Cos’è che viene festeggiato?”
Ed io, con l’avvicinarsi di questa grande festa divento tanto e tanto triste, vorrei che tu mi facessi il regalo di poter scappare, con la macchina del tempo, e di fare tornare l’atmosfera natalizia di una volta.
Ricordo i preparativi ed i programmi che venivano fatti in casa. Mia madre, che aveva un cuore d’oro, rivolgeva il suo primo pensiero all’amore verso il prossimo, alla condivisione di quello che aveva (non era in realtà così abbondante) con i più poveri. Lo faceva in silenzio, senza gratificazione, perché così andava fatto, non si aspettava nemmeno un grazie.
Poi c’era il rituale della Messa della mezzanotte, anche se era freddo e le chiese non erano riscaldate come ora, la famiglia non rimaneva rintanata in casa, (magari davanti alla tv, anche perché non c’era); tutti venivamo riscaldati dalla gioia che albergava nei nostri cuori e dall’amore, quell’amore che sa tenere unite le famiglie. Si cercava di mettere in atto l’insegnamento del grande Personaggio del quale si ricordava la nascita, onorando così quel bambinello che giaceva nella mangiatoia. La sua venuta in questo mondo ha saputo rivoluzionare i comandamenti dati a Mosè, non abolendoli ma a darne pieno adempimento, non mettendoli in pratica per paura del castigo ma per amore verso se stessi e verso il prossimo. Sono certa che chi riesce (anche in parte) a mettere in atto i suoi insegnamenti, vive più sereno, e in conseguenza anche evita anche tanti disturbi fisici.
Povero Babbo Natale, so che ti sto chiedendo un regalo tanto difficile da esaudire, ma tentar non nuoce.
Un virtuale abbraccio!
Elisa, scusami, tanti anni fa, venivo chiamata e mi firmavo Isetta.