C’era una volta
la “Lippa”… |
Chi può dire, tra coloro che hanno meno di vent’anni, di avere visto almeno una volta giocare alla lippa? Forse la stragrande maggioranza non sa nemmeno cos’è e mai ne ha sentito parlare. Ed allora eccoci qua: lo facciamo noi, ripresentando il “grande, meraviglioso, dinamico, salutare, fitnessico GIOCO DELLA LIPPA“.
Come tanti giochi di cinquant’anni fa, anche per la lippa le regole si basano su di un canovaccio più o meno preciso, sul quale si innestavano varianti che modificavano, anche sensibilmente, le regole di dettaglio, tanto che accadeva di veder giocare in modo diverso nei diversi rioni del paese. Particolarmente colorito e variabile era anche il vocabolario del gioco, anch’esso mutevole da zona a zona, tranne che per i termini che indicano gli strumenti essenziali del gioco: “el bache”e “la lipa”. Di questo vocabolario diamo qui alcuni termini essenziali, anche per rendere poi comprensibile lo svolgimento del gioco. El bache: piccola mazza di legno, il più possibile rettilinea e cilindrica, del diametro di non più di 3 cm. e lunghezza compresa tra 50 e 60 cm.; spesso veniva ricavato da un manico di scopa non più utilizzata. La lipa: tronchetto di legno, dello stesso diametro (e della stessa provenienza) del bache, lungo circa 15 cm., suddiviso in tre parti pressappoco uguali, di cui le due di estremità sono modellate a punta conica, per formare i due “pèci”. La ca’: la casa, cioè la sede della squadra battitrice, costituita da un cerchio, del diametro di circa 90 cm. o poco più, tracciato per terra con un legnetto appuntito, se il campo di gioco è in terra battuta, oppure con una scheggia di laterizio (mattone) se il campo da gioco è in cemento (di solito l’aia su cui si essiccavano, in estate, le granaglie); all’interno della casa, appoggiato su due pietre appiattite, o su due “mése prede” (mezzi mattoni) si appoggia el bache quando non deve essere usato per battere e deve, invece, costituire il bersaglio dei lanciatori della squadra avversaria fuori casa. Càa!: grido di avvertimento del battitore della squadra di casa per richiamare l’attenzione dei giocatori avversari, avvisandoli che intende battere e dare così inizio alla “mano” di gioco, invitandoli a prepararsi a ricevere; altri gridi di avvertimento usuali sono, ad esempio, “peguréen!” oppure “lipa!”. La vàa!: grido di risposta dei giocatori della squadra avversaria fuori casa, che dichiarano di essere pronti a ricevere e quindi il battitore può battere; altri gridi di risposta sono, ad esempio, “mèèè..” (imitando il belato della pecora) in risposta a“peguréen!” oppure “lapa!” in risposta a “lipa!”. Da’ i pèci: colpire con il bache una delle due estremità appuntite della lipa, in modo che questa salti per aria e, mentre è in aria, colpirla al volo con il bache per scagliarla il più lontano possibile dalla casa. Cüntà i bachi: determinazione del punteggio di “mano”, calcolato pari al numero di bachi consecutivi in linea retta che si frappongono tra il punto in cui si trova lalipa dopo aver dato i pèci e la casa; tale numero deve essere stimato ad occhio dalla squadra di casa; se i giocatori avversari ritengono eccessivo il numero dibachi dichiarato e quindi superiore a quello effettivo, possono chiedere la verifica dicendo “gh’en fò!”; a questo punto si procede alla misurazione “bache a bache”il linea retta verso la casa; prima della verifica la squadra di casa può dichiarare che “ca’ fin’in co’ l’è mé” (a volte abbreviato in “ca’ fin’in co’”), cioè “la casa fino in capo è mia”; in tal modo nel numero di bachi può essere conteggiato il diametro della casa, guadagnando un paio di punti e, soprattutto, evitando di perdere la casa magari a causa di un solo “bache”. Sganìssia: scorrettezza, inganno; una sganìssia che frequentemente la squadra di casa tentava di commettere durante la conta dei bachi consisteva nel procedere disponendoli a zig-zag, anziché perfettamente allineati, in modo che, alla fine, il numero risultante dalla conta (e quindi il punteggio) fosse più elevato. Pensandoci bene, sarebbe bello e divertente riprendere e rivedere, in qualche occasione, il gioco della lippa. Certo ci vogliono spazi adatti, ma qualche grande piazzale libero da intralci (pensiamo al parcheggio del Centro Commerciale) in particolari ore di determinati giorni, andrebbe benissimo. Il PONTE ha lanciato l’idea ed accetta adesioni e proposte. Angelo Pozzi
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REGOLA DEL GIOCO DELLA LIPPA SQUADRE: Si affrontano due squadre, di 2 giocatori ciascuna; all’inizio del gioco si sorteggia chi sta in casa (squadra battitrice) e chi fuori casa (squadra ricevente). All’interno di ogni squadra i giocatori stabiliscono l’ordine secondo cui si alternano nel gioco. PARTITA: Una partita è composta di più “mani” (sono le manches francesi o i games inglesi). Si stabilisce un punteggio da raggiungere (ad es. 1000 punti). Vince la squadra che raggiunge o supera per prima il punteggio prefissato. MANO: La squadra che sta in casa inizia la mano. Il primo battitore butta in aria la lippa e la colpisce al volo con la mazza, cercando di scagliarla più lontano possibile. Se uno dei giocatori della squadra ricevente riesce a prendere la lippa al volo, la squadra battitrice viene estromessa e si scambia con la squadra ricevente. La mano termina senza variazioni di punteggio e se ne inizia un’altra con le squadre scambiate. Se invece la lippa arriva a terra, un giocatore della squadra ricevente la prende dal punto dove si è fermata e, da lì, la lancia verso la casa, cercando di colpire la mazza appoggiata sulle due pietre (in alcune varianti basta far entrare la lippa nel cerchio della casa). Se ci riesce, la squadra battitrice viene estromessa e si scambia con la squadra ricevente e la mano termina senza variazione di punteggio e se ne inizia un’altra con le squadre scambiate. Se il giocatore ricevente non riesce a colpire la mazza (o a entrare nel cerchio), il battitore inizia a dare “i pèci”. Si danno 3 pèci, cioè tre colpi, cercando di scagliare la lippa il più lontano possibile dalla casa. Dopo aver dato i tre colpi, la squadra battitrice dichiara la distanza, stimandola a occhio in numero di mazze. Se la squadra ricevente accetta la stima, il numero rappresenta il punteggio di mano, la mano termina e se ne inizia un’altra con la squadra di casa che mantiene la battuta. Se la squadra ricevente non accetta la stima, si procede alla verifica. In tal caso, se il risultato è favorevole alla squadra battitrice, il punteggio conquistato è pari al numero effettivo di mazze conteggiate e la squadra di casa che mantiene la battuta. Se invece il risultato è sfavorevole alla squadra battitrice, in quanto il numero di mazze conteggiato è inferiore a quello dichiarato, la squadra battitrice non raccoglie punti e viene estromessa dalla casa e sostituita dalla squadra ricevente. Si procede nel gioco fino a quando una delle due squadre raggiunge o supera il punteggio prestabilito. |
Anche questa è cultura! Giuro di non aver mai giocato alla “lippa”. Forse facevo qualche giochetto simile, ma con altro nome e altre regole.
Potremmo provarlo al Civitas Vitae, visto che là abbiamo tanto spazio!
Non l’ho mai visto nemmeno io.Si può proprio organizzare un torneo..