gabbiaLA GABBIA

Sono scappato all’aperto.
Era troppo stretta l’alcova
per contenere tutto il mio amore.
Avrei amato il mondo, ma ero solo.
Nessuno mi stava accanto
a raccogliere questo tesoro
unico e irripetibile
che nel cuore mi scoppiava.
Quasi un dolore fisico
mi stringeva ogni viscere
per questa incontrollabile marea
fresca e senza età.
Né sole, né nubi, né vento
spegnevano l’intimo ardore
che mi comprimeva.
Morbida fragile gabbia
questo consunto corpo.
Improvviso
dal campanile arriva
un lontano rintocco.
Entro nel tempio
e davanti a Te Signore
il mio amore prorompe
finalmente, in liberatorio,
sommesso, sereno, abbandono.
Non ero più solo.
Ti avevo ritrovato.
Potevo amarTi e ringraziarTi.

Ceronte

(01.2009)