Le prime notizie sul COVID 19 o Coronavirus sono arrivate a noi in gennaio, prima sporadiche e poi con sempre maggior risalto.

Il 5 febbraio avevamo un volo per Amburgo.Lassù le scuole materne sono aperte tutto l’anno, qualche volta chiudono un paio di giorni, in genere in concomitanza con un week end per fare dei lavori di manutenzione o dei corsi al personale. L’asilo di Alessandro chiudeva il 7 ed il 10 febbraio e nostra figlia ci ha chiesto se potevamo fare i baby sitter in quell’occasione.

Qui in Italia già si parlava di Coronavirus e TG e  giornali vi dedicavano ampio spazio. All’arrivo all’aeroporto di Amburgo non c’era niente di diverso dal solito, tutto tranquillo.

Abbiamo svolto il nostro incarico di nonni con grande soddisfazione. Rosa si era assunta l’incarico di provvedere alla cucina e con me di fare le spese, come tutte le altre volte che andiamo a trovare nostra figlia, così da sollevare i ragazzi da tali incombenze in modo che potessero stare al lavoro senza patemi. Io, come il solito, mi assumo l’incarico di portare i bambini a scuola e di andarli a prendere.

Ora è un pò più impegnativo perché uno è ancora alla materna e l’altro è già in prima elementare (o l’equivalente) con orari diversi, inoltre il più grande ha cominciato una scuola di calcio che non è molto lontano da casa, ma dista sempre un chilometro/chilometro e mezzo e per fare prima Leonardo usa la bici e io . . . lo seguo a passo veloce e a volte anche correndo un po’.In ogni caso sono cose che si fanno volentieri, tanto durano 7/10 giorni e poi a casa ci riposiamo.

Dopo una settimana, il 12, abbiamo il volo di ritorno. All’aeroporto di Amburgo niente di nuovo ma a Tessera all’arrivo al terminal c’è il personale della Croce Rossa con i termo scanner e le mascherine, ed in giro per l’aeroporto si vedono persone con le mascherine. Gli ultimi giorni ad Amburgo il tempo è stato piuttosto inclemente, abbiamo avuto molto vento, che ha prodotto molti danni in Nord Europa, pioggia, sole, neve e anche grandine. Io il venerdì ho accompagnato Leonardo a calcio e lo ho aspettato mentre faceva l’allenamento all’aperto e . . . mi sono raffreddato.

Un paio di giorni dopo che siamo tornati a casa mio è venuta la febbre, Molto alta, più di 38.5. A memoria mia mi ricordo pochi episodi di febbre e l’ultimo risale al 2004, me lo ricordo perché erano i giorni dello Tsunami, mentre per trovare una febbre così alta devo risalire fino ad una estate di 35 anni fa in cui ero solo a casa in quanto Rosa e Giovanna erano in montagna con i nonni. Ovviamente febbre alta in tempi di Coronavirus mi è anche venuta un po’ di . . .  perplessità.  Per fortuna in un paio di giorni la febbre si è abbassata e in ⅘ si è risolto tutto senza chiamare nemmeno in medico.Fortunatamente la febbre si è manifestato dopo l’arrivo in Italia altrimenti mi avrebbero messo in quarantena,

La cosa ci aveva aveva messo un po’ in crisi perchè il .29 avremmo dovuto andare in montagna

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Paolo