C’era una volta un passerottino
aveva il suo nido sopra il camino.
La mammina passerotta
lo aveva cresciuto a pane e frutta,
qualche lombrico, orzo e frumento
per farlo diventare un portento.
Con l’esempio e con l’amore
gli insegnava a battere le alette a tutte l’ore,
dal nido saltellando dentro e fuori
per svegliare i suoi umori.

Ma la mamma invecchia sola
e il figlioletto ancor non vola.
Ammalata e stanca ormai,
incita a non aver paura dei guai
e di spiccare il gran salto della vita,
come fosse un’allegra gita.
Finalmente col cuore sereno e compito
lo vede volteggiar nell’azzurro infinito,
bello forte e superbo,
modulare il suo canto acerbo
e poi danzare un girotondo
come a conquistare il mondo.

Si può riposare infin la poveretta
stesa su un sentiero asciutto,
apre le ali al sole per l’ultimo tepore
e aspetta che si fermi il piccolo cuore.
La raccoglie l’amica mia diletta
che ama gli animali tutti
compreso Pippi, micio favoloso
tenero, feroce, estroso!
La tiene con dolcezza soffusa
nella mano leggermente schiusa
e con un ditino
le accarezza il corpicino.

Restano fredde le consumate
e affaticate alette.
All’improvviso piega il capino
verso il cielo turchino,
dove guizza il suo piccino
e dove salirà con timido sorriso,
l’anima sua verso il paradiso.           

Ceronte