Con ironia Schopenhauer racconta una storia: “In una fredda giornata d’inverno, i porcospini di una società di porcospini si stringevano tutti l’uno addosso all’altro per riscaldarsi e proteggersi dal gelo. Ben presto, però , sentirono pungere, ciascuno dagli aculei dei vicini; e ciò li fece scostare l’uno dall’altro. Ogni volta che il bisogno di scaldarsi li faceva riavvicinare, tornavano ad essere tormentati al medesimo modo…..” La metafora è chiara: sentiamo la necessità di entrare in contatto con gli altri perchè senza gli altri non potremmo fare tante cose: lavorare, dialogare, amare, giocare, ridere. Nello stesso tempo, tuttavia il rapporto con gli altri può essere ” irto di pungiglioni” . Gli altri, infatti, talora cercano di prevaricarci, di farci sentire estranei o di emarginarci. Gli altri possono metterci a disagio e quindi spingerci a elevare barriere per difenderci. Ma quando giungiamo a chiuderci in noi stessi, dobbiamo capire di avere commesso un errore di partenza. Abbiamo dato troppo peso agli altri. E questo perchè non siamo stati in grado di riservarci uno spazio interiore tutto nostro, del tutto indipendente, nel quale trovare la nostra libertà. E’ questo ” il giardino segreto” tutto personale, nel quale ritirarci, evitando così di sentirci schiacciati dagli altri. Quindi, compreso che un’eventuale indifferenza degli altri non deve mettere in dicussione la nostra autostima, possiamo godere della compagnia degli amici. Infatti la la relazione con gli altri rappresenta anche una fonte di piacere e di rinnovamento interiore. Insomma senza gli altri avvertiremmo la nostra vita impoverita e priva di senso. Ci sembrerebbe di abitare in un deserto dove l’unico suono che giunge è l’eco delvento che solleva la sabbia.