I L F I N A L E

Silenziosa volteggi per l’aria
con naturale mutismo.
Non ti fermi tanto
nel tuo ondeggiato andare.
Scegli a caso, forse,
nessuno lo sa.
Ma ogni volta non è allegro
quel velo grigio,
che con un soffio gelido
copre l’umano e tutto ferma
in un momento.
Senza bussare, entri ovunque,
sai già da chi andare.
Oggi c’era l’amica mia
ad aspettarti affranta,
l’hai presa con dolcezza,
forse t’ha sorriso,
aveva già sofferto tanto.
Ora posso dirtelo in segreto,
ti conosco quanto basta,
per essermi passata diritta
più volte accanto.
Ti rammento quella volta
che non mi hai visto,
perché m’avean coperto di lacrime
i miei cari, col loro pianto.
E l’altra volta,
su un carico ruotante
mi sei piombata incontro
in quella curva,
che dicono maledetta,
invece è colpa nostra,
basta prenderla più stretta.
Ho serrato il manubrio
e raddrizzata la moto,
sei scivolata via, chissà perché!
Io mi son bloccato
per l’affannato respiro,
che per un po’ m’era mancato.

Ma l’ultima volta hai mirato alto
e per poco il cuore
non si è fermato.
E’ arrivato prima, Gerosa bravo
e t’ha parato.
Ora ti aspetto, fai con calma,
non c’è ansia nel mio stare.
Alla fine di tanti incontri,
sarà per forza tua l’ultima vittoria.
In fondo non sei
né buona, né cattiva,
finisci con zelo il programma,
che il destino ci ha segnato.
Quando sarà il turno mio,
un favore ti chiedo,
non so se si può fare,
non venire sola,
fatti accompagnare
e quando tu hai fatto,
oso sperare sia un’ angelo
a portare i resti miei,
per sempre a riposare.

Sarà la pace, infine,
ma ognuno se la deve meritare.

Ceronte

( 10 marzo 2012 – in memoria dell’amica Luciana)