IL DOLORE INCOMPRESO
L’ho rivista dopo tanto
senza parole s’è seduta accanto
aveva gli occhi ancor umidi
come se per me avesse pianto.
Gli accarezzai il visino:
“asciuga le lacrime
adesso ti son vicino”.
Mi ascoltò crudamente
come a dirmi
non me ne importa niente
e mi guardò sorpresa tanto.
Ma che hai capito
sembrò dirmi tutto d’un fiato
asciugandosi l’occhio arrossato.
Gemendo disse un nome
e aggiunse: ”l’amavo tanto”!
Ma perché piange
sulla mia spalla il suo dolore
per chi gli ha preso il cuore?
Pensai: Sarà stato di me più fortunato
Però… adesso lui se ne è andato!
Mi incuriosiva il nome
ma non osavo sapere come
poter partecipare al suo dolore
anche senza tanto amore.
Gli allungai un fazzolettino
e sommessamente aggiunsi:
“Avrà avuto una certa età, poverino”.
Riprese a singhiozzare
e usava parole tenere e care
mormorando un nome soltanto
che gli avevo sentito ogni tanto.
Ascoltai più attentamente,
mi risollevai l’animo “straziato”,
era morto solamente
l’amato…Fufi…il gatto!
Ceronte
Novembre 2012
Caro Rino l’autunno ti e’ foriero di grandi ispirazioni !!
Saranno le temperature soft o la tavolozza di colori che ci offre la natura, ma mi pare che tu stia attraversando un periodo molto fecondo.
E, francamente, come sai, a me fa piacere leggerti.
A quando qualche tuo componimento in ‘dialetto’?