2009.03.19 Chiesa del Carmine 021Ogni tanto qualcuno se la prende con il crocifisso visto come … fattore di turbamento! Esso ci ricorda la sofferenza, il dolore e la morte, ma anche la mitezza, l’amore e la vicinanza di Dio. La croce non è segno di oppressione e costrizione, ma di umiltà e tolleranza: per questo non può essere sicuramente fattore di turbamento.
Il crocifisso non indottrina e non discrimina, perché non proferisce parola. È solo l’immagine della rivoluzione cristiana che ha diffuso ovunque l’idea dell’uguaglianza e della giustizia; la corona di spine e i chiodi evocano atroci sofferenze e la croce in cima al Calvario evoca la solitudine nella morte; ma grazie ad esso il dolore viene sostituito dalla speranza, dalla serenità e dalla pace: per questo l’esposizione del crocifisso è solo una libera e spontanea scelta e l’espressione di un pacato desiderio.
Il crocifisso fa parte della storia del mondo intero: ognuno può decidere di guardarlo o non guardarlo, ma è giusto consentire a tutti di immaginare con esso i più incerti e contrastanti pensieri.