Ho letto con molto interesse i risultati dell’articolo–inchiesta sull’immigrazione in Italia. L’inchiesta riguarda la particolare situazione degli immigrati romeni che dal 1° gennaio 2007 sono, come noi anche loro cittadini europei. Sembra che in Italia nessuno se ne sia accorto.

Dalla ricerca, peraltro molto circonstanziata precisa e completa, risulta chiaro che nulla è cambiato nel modo di considerare che fra tutti gli extracomunitari c’è alto tasso di feroce criminalità,   tolgono posti di lavoro (lavoro che gli italiani rifiutano), ecc. .

In Italia è arrivato un grande numero di stranieri di diverse etnie cui si è instaurato un pensiero collettivo di grande diffidenza o “paura”.. Stranamente i romeni sono posti al livello più basso (dovrebbe essere il contrario) e tutto questo rende quasi impossibile ogni tipo di integrazione con gli italiani e le altre etnie esistenti sul territorio, romeni compresi.

La prima sensazione è che nonostante noi italiani a suo tempo abbiamo subito gli stessi trattamenti negativi in quei paesi in cui negli anni 60’ , abbiamo dovuto migrare (in Svizzera ed in Belgio ho visto sugli ingressi di bar e trattorie cartelli con la scritta “ Vietato l’ingresso agli italiani” e qualcuno mi ha detto che c’era anche di peggio), ora questa nostra società, che ha raggiunto un certo benessere, 30 anni dopo innalza subito un muro di diffidenza verso chi oggi si trova nella stessa situazione in quanto straniero.

Allora perché questo atteggiamento di disprezzo verso coloro che direttamente o indirettamente chiami per soddisfare il bisogno di mano d’opera ? Spero di poter dare una risposta.

Gli italiani leggono e viaggiano poco, non ne sentono il bisogno. Sono sufficienti le loro certezze legate alla consapevole importanza delle loro radici culturali per cui chiunque che non fa parte del clan potrebbe mettere in crisi questa cultura basata sui fasti dei secoli passati..

Le certezze di cui sopra vengono difese erigendo un muro di preconcetti la cui altezza è alimentata dalla scarsa conoscenza delle persone lasciate dall’altra parte del muro. La loro indigenza li fa sembrare diversi, aggiungiamo poi una buona dose di pettegolezzo tragico sul loro conto e mettiamoci pure la cronaca nera dove gli eventi criminali vengono amplificati se l’attore è straniero. Tutto questo non fa che aumentare la paura in soggetti prevenuti. Lo straniero è un diverso quindi pericoloso e tutto fa pensare che questo atteggiamento non sia una novità dei tempi moderni. Ma le statistiche dimostrano come questo sia fisiologico in ogni società moderna. Purtroppo però l’amore per il pettegolezzo tragico e i servizi di comunicazione (stampa) per interesse o per ingenuità amplificano la cronaca nera fino a creare paura. Questa situazione viene da lontano nel tempo.

Dopo queste annotazioni di carattere generale, dobbiamo tornare al caso specifico delle persone di nazionalità rumena. Partiamo dalla raccomandazione fatta dall’Ambasciata Romena a Roma dove risultano ben chiare tutte le motivazioni che dovrebbero unire i due popoli ma per prima cosa bisognerebbe farle sapere agli interessati. Da noi solo quando si parla dei genocidi moderni automaticamente ci si ricorda che se c’è un’enclave latino in un mondo slavo dobbiamo ringraziare i romani per il genocidio degli abitanti della Dacia. Tutto questo fa parte della storia e non interessa nessuno (la notizia del 1.900simo anniversario della nascita della ROMAnia non è cronaca ma storia lontana, perciò non interessa).

Questo “muro” chiamato preconcetto viene di volta in volta rinforzato da “mattoni” quali il pettegolezzo o passaparola, infatti chi non ha incontrato almeno una volta alla settimana lo zio o il cugino di qualcuno che non ha avuto qualche problema con la badante rumena o con l’operaio rumeno ? Generalmente questi episodi, col passaparola da una persona all’altra ingigantiscono fino a diventare orribili crimini.

Altro notevole apporto di “mattoni” lo offre la stampa che si sente obbligata ad usare titoli sensazionali soprattutto per la cronaca nera, e se vi è coinvolto uno straniero, il misfatto passa in secondo piano quasi nascosto da un grande RUMENO…..ecc. in modo da colpire la fantasia dei lettori (che se lo aspettano) e vendere più giornali. Credo che conoscano le conseguenze ma cosa importa se alimentano paura e diffidenza, tutto questo viene fatto scientemente per qualche euro in più.

Altro problema sono gli “zingari” , questo era il nome delle popolazioni nomadi quando in Europa c’era spazio per questo atavico modo di vita.

I nomadi traggono dal territorio le loro necessità di vita, senza alcun legame verso il territorio stesso, vanno da un villaggio all’altro riparando attrezzi o stoviglie ed un poco di accattonaggio: Era fisiologico per non dire normale, anche se, quando se ne andavano mancava qualche pollo o qualche albero da frutta era più leggero. Rimaneva sempre la diffidenza atavica verso il diverso.

Quanto sopra valeva fino agli anni sessanta. Con il boom economico il territorio a disposizione dei nomadi si restringe e portando i nomadi più vicini a noi rende più evidente la loro diversità. A questo punto la diffidenza ed il preconcetto diventano paura.

Constatata l’entità numerica di questi zingari presenti in Italia qualcuno pensò che era opportuno conoscere meglio queste persone che avevano proporzionalmente un alto tasso di criminalità. Si scopre così che la definizione di zingari comprende diversi gruppi di nomadi, oltre ai tzigani ci sono altre etnie e una di queste sono i ROM, la più numerosa in Italia.

Rom per i più diventa subito sinonimo di romeno. E’ mai possibile che un pregiudizio tanto pesante coinvolga una intera popolazione senza un accenno di vera informazione? Quello che spaventa è la pigrizia mentale che accetta per cultura la conoscenza propinata da enti interessati ed elaborata da tutti allo stesso modo. Controprova, ci sono in Italia un buon numero di persone, per lo più badanti, di nazionalità moldava persone per bene. I moldavi sono cittadini di una piccola nazione chiamata Moldova che a suo tempo faceva parte della Romania. Vicissitudini storiche hanno permesso la creazione di questo stato libero ma l’etnia è rimasta romena prova è che la lingua ufficiale è il rumeno ed anche la bandiera nazionale è quella rumena con una differenza, uno stemma, l’aquila stilizzata, il nome della loro nazione però incomincia con la lettera M.

Non sono un ricercatore, mi rendo conto che quanto scritto ha molto poco di scientifico e che queste valutazioni potrebbero sembrare una ricerca delle attenuanti. In un Paese dove attraverso i media sarebbe possibile creare un ambiente sociale in cui tutti potessero conoscersi come persone e nello stesso tempo stringersi la mano ci si accorge che il diverso non è poi così diverso.

Sembra un’utopia ma sono sicuro che con la buona volontà ed un’informazione corretta che permetta di conoscerci allora ci sarà una stretta di mano che segnerà l’inizio di un serio processo di integrazione.

Giovanni Migliavacca   1° dicembre 2013

           

  1. S.   Lunedì 2 dicembre 2013 nella rassegna stampa in onda su Rai 3 il giornalista ha citato tra altri articoli anche la notizia di un sondaggio sui rapporti tra gli italiani e gli stranieri (immigrati) . Mi ha colpito il risultato: solo il 5% degli italiani vorrebbe che fossero espulsi mentre il restante 95% ritiene utile questa presenza anche se con diverse motivazioni.

Colpito da questo dato finale purtroppo non ricordo il nome della testata e le altre percentuali positive . Mi è rimasto il primo dato che dava oltre il 50% sono coloro che accettano incondizionatamente la loro presenza.