Salve,
Giro questo pezzo di una persona molto realista, obiettiva, lungimirante…
Grande Davide!
Li incontro tutti i giorni i killer della speranza, quelli che rendono sempre più buio il domani e tolgono ai giovani la gioia di vivere.
Cerco il medico per una ricetta e non lo trovo; lui riceve alcuni giorni alla settimana, poche ore.
Così per un foglietto che mi serve ogni mese per le medicine di mio figlio mi devo mettere in coda e perdere magari metà mattinata.
Il mio tempo non vale, il suo poco tempo di pubblico impiegato poco qualificato ci costa circa 7000 euro al mese.
La mia amica ha un bambino con la febbre a 40, tossisce violentemente, ha conati di vomito, è pallido. Cerca con la disperazione nel cuore il suo pediatra, che non trova. Le monta la rabbia, insiste, stramaledendo l’organizzazione sanitaria che tanto le preleva mensilmente dalla busta paga fino a lasciarle pochi spicci e, quando finalmente lo trova, si sente dire “me lo porti domani in ambulatorio” perché lui non va per le case.
Alla faccia dei 200.000 euro rubati ai contribuenti.
Il figlio disabile di mia cugina non ottiene dalla ASL lo strumento per comunicare perché, gli dice l’impiegato, sono finiti i soldi e ciò che lui chiede è troppo moderno e non sta nella lista di quelli che la ASL fornisce, lista completata nel 1992 che non tiene conto di quanto è accaduto in questi vent’anni e del fatto che, nel frattempo, se vi è qualche strumento più caro, il 90% di quelli forniti dalle ASL potrebbe essere reperito a prezzi di gran lunga inferiori.
Giovanni, il figlio di mia cugina, non può così urlare la sua rabbia e denunciare che per organizzare direzioni inutili, apparati burocratici che non solo non servono, ma rendono più inefficienti il sistema, i soldi invece ancora ci sono.
Filippo vive il dramma di una prognosi tumorale e il suo dramma si fa disperazione che gli aggiunge dolore al dolore per vivere quelle che sono forse le sue ultime giornate all’Istituto Oncologico Veneto che sta a Padova, ma finchè lui è sull’autolettiga sotto il sole per decine e decine e decine di minuti in attesa di un esame con i dolori causati dai colpi del terreno sconnesso percorso dal mezzo probabilmente un po’ vecchio e, per di più, capita che gli si lesini l’albumina perché ci sono pochi soldi per comprarla, allora gli par davvero di passare i suoi ultimi giorni in qualche rabberciato accampamento sanitario dell’Africa.
E dire che se mancano i soldi per un’autolettiga nuova o per attrezzare un reparto adiacente all’area diagnostica e per comprare l’albumina, basterebbero soltanto alcuni direttori in meno…
Mi fermo qui per oggi, perché sulla stampa leggiamo di Franco Fiorito, di Nicole Minetti e di qualcun altro che tanto piacciono ai giornalisti, che tanta audience fanno in televisione ma che ahimè, sono soltanto la punta dell’iceberg di un paese degradato per il quale tanti di noi non hanno ancora rabbia sufficiente per determinare una svolta vera.
In sanità si deve risparmiare tagliando con coraggio gli stipendi dei medici di base, eliminando molta parte dell’apparato burocratico, per liberare risorse a favore delle cure e della salute.
Davide Cervellin