Puntualissima, alle ore 7,30, è avvenuta la partenza, alla volta di Colorno e Parma, dal parcheggio dell’OIC. Il tempo atmosferico si è presentato, fin dalla prima mattinata, splendido ed ha mantenuto la sua promessa per tutto il resto della giornata. Tredici donne (il doppio degli uomini, per non smentire la regola) e sette uomini, otto con Armando, il valente ed elegante autista del pulmino, tutti allegri e pimpanti, come si addice ad una compagnia di amici che vanno in gita!

Sosta colazione in autostrada, espletamento di necessità accessorie e, proseguimento del viaggio, velocità di crociera 80 Km orari che ci ha permesso di giungere a Colorno con una mezz’ora di anticipo sull’inizio della visita guidata al Palazzo Ducale, per cui abbiamo approfittato per dare un’occhiata ai bellissimi giardini risalenti al 1480, un misto di giardino all’italiana e alla francese, passato poi per lo stile inglese, danneggiato durante la seconda guerra mondiale e, finalmente riportato ali fasti dell’architettura Farnesiana.

Una gentilissima e preparata signora ci guida, salita la larga scalinata del palazzo, attraverso le stanze del palazzo, per la verità, piuttosto sguarnito, dato che tutti ma proprio tutti gli arredi sono stati sparsi per il mondo, essi sono andati ad adornare i palazzi dei Savoia, gli arazzi, famosissimi, sono finiti al Quirinale, i lampadari a Londra e così via. Sono rimasti i pavimenti di marmo, bellissimi! Questo palazzo è stato adibito ad Ospedale Psichiatrico, è stato distrutto così il teatro di corte, non c’è più, ne hanno ricavato alcuni locali. Peccato non avere avuto il permesso di fotografare gli interni, non portarsi a casa le immagini di quel poco che è rimasto!

Un ambiente simpatico è l’osservatorio astronomico dell’ “appartamento piccolo” di Ferdinando di Borbone, attiguo al convento dei Domenicani, che , personalmente, ho trovato intimo come luogo di studio del Duca, con i suoi dipinti dai colori delicati, i segni zodiacali sul soffitto. Invano ho tentato di fotografare il mio segno: il sagittario, un’attenta quanto intransigente guida me lo ha impedito! Peccato!

Arrivata l’ora del pranzo, ci siamo seduti alla tavola della signora Adele che, si doveva essere alzata di buzzo buono questa mattina, perché ci ha fatto mangiare bene: primo, secondo, dolce, caffè. Poi siamo ripartiti per Parma. Armando ci ha lasciati al Palazzo della Pilotta, appuntamento alle ore 17,45 per il ritorno a casa.

Attraversato il prato antistante il vasto complesso dei palazzi della Pilotta ci siamo diretti, a piedi, verso il centro storico della città, vediamo piazza Garibaldi (in ogni città ce n’è una), con la sua torre dell’orologio, costeggiando il Teatro Regio con la sua facciata neoclassica, siamo arrivati alla Chiesa Magistrale della Steccata. Non ho parole per descrivere la meraviglia, nell’ammirare il soffitto a cupole e volte dipinte in ogni più piccolo spazio! Non mi dilungo nell’esposizione della storia e nell’illustrazione delle opere d’arte di questo luogo e, con esso, della Cattedrale e del Battistero, per questo ci sono le guide più esaurienti di me, vorrei solo esprimere la mia sorpresa ammirata ed incredula alla vista di altari, cappelle, portoni lignei, colonnine, pronai, cripte, scalinate, dorature, affreschi, tele ed ancora di più, che ho potuto vedere in questi luoghi sacri.

Ho portato a casa qualche foto, del tutto inadeguato documento delle meraviglie che i miei occhi hanno visto ma, mi accontento. Terminata la visita, mezz’ora di libertà per qualche acquisto, poi puntualissimi ci siamo ritrovati al pulmino dove ci attendeva il nostro autista, preso posto, allacciate le cinture, via verso casa, ha allietato il nostro ritorno la voce di Milvia che ci ha cantato qualche canzone, qualcuno ha preso sonno cullato da un tranquillo andare, tutti eravamo soddisfatti ed un po’ più amici.

Francesca