giro d'italia

                                                                                                                                      giro d'italia1946

Premesso che mi riconosco uno sportivo fin dai primi anni di vita e che già quando ne avevo cinque ho cominciato a tirare calci ad una palla e ad andare in bicicletta e che verso i tredici sono entrato a pieno titolo nel mondo dello sport sia attivamente che passivamente e tutt’ora vi sono immerso, mi piace sottolineare che al di sopra di ogni altra disciplina, quella che più e da sempre mi ha affascinato e coinvolto è il ciclismo. E per ciclismo si debbono intendere tutti i tipi di gara, tutte le specialità ma soprattutto intendo riferirmi alla corsa regina di tutte le corse e cioè al “giro d’Italia”, gara che si sta svolgendo proprio in questi giorni e che da ben centosette anni ormai, (il primo si disputò infatti nel lontano 1909, organizzato allora come oggi dal giornale sportivo (“La gazzetta dello sport”) tiene desta l’attenzione e suscita l’entusiasmo di milioni di persone che per tre settimane nel mese di maggio, durante tutto il giorno si assiepano lungo il percorso per applaudire ed incoraggiare i propri beniamini.
Personalmente, ho cominciato ad entusiasmarmi ed a seguirlo alla fine degli anni quaranta, quando non c’era ancora la televisione e le imprese dei mitici Bartali, Coppi, Magni, Koblet, Bobet, Gaul, Anquetil, Nencini e di tanti ancora ci venivano raccontate per radio dal grande cronista Mario Ferretti. Poi è arrivata la televisione, sono saliti alla ribalta altri grandi campioni, quali Merckx, Gimondi, Motta, Adorni, Moser, Pantani ed altri, fino ai più recenti vincitori, da Savoldelli a Basso, ai recentissimi Nibali, Quintana, Contador, i trionfatori degli ultimi tre giri.
Intanto che passavano gli anni, i mezzi audiovisivi andavano sempre più perfezionandosi al punto che oggi, grazie alla tecnologia non è solo la corsa che ci avvince, ma lo spettacolo che ci viene offerto dai meravigliosi paesaggi montani e marini, dai borghi antichi e dalle città moderne, che via via la corsa attraversa, dal nord al sud della penisola.
Il giro dunque, non è soltanto agonismo sportivo, ma cultura, spettacolo, gioia di vivere e di poter godere di tante bellezze.
A mio modesto modo di vedere quindi, qualche ora davanti al video in queste occasioni non è riservato esclusivamente a tifosi o sportivi ma ad una ben più vasta platea di persone, giovani o meno giovani, maschi o femmine, perché lo spettacolo è per tutti, per chi più e per chi meno, e per come vogliano e possano approfittarne per arricchire il proprio bagaglio di conoscenze.

Vitaliano Spiezia