La Gaetana: così era chiamata questa donna, a causa della sua imponente massa corporea; in realtà nessuno conosceva il suo vero nome, la sua provenienza, la sua età (50/60 anni?). Quasi ogni mattina, a cavallo di una vecchia,  sbilenca, disastrata bicicletta nera, coperta da capo a piedi con una veste nera indossata sia con il caldo dell’estate che con il freddo dell’inverno, giungeva in prossimità del centro storico di Padova. Rari i colloqui con chi cercava di intervistarla, pochi sorrisi ma soltanto improperi contro le macchine (poche), che transitavano per via Vescovado dirette al Duomo e che infastidivano, a suo dire, il lento procedere a piedi, spingendo a mano il mezzo di locomozione sopra il quale era caricata una grande borsa, anch’essa nera, piena di non  si sa che cosa. Dove fosse diretta, dove trovasse un minimo di ristoro, un rifugio a volte per la notte, credo nessuno sia mai riuscito a saperlo.

L’altra pittoresca figura conosciuta da tutto il popolo del pallone che abitualmente frequentava il glorioso stadio “Silvio Appiani” ogni volta che vi giocava la tanto amata squadra bianco scudata, era il “Mussa”; strano personaggio, alto, magro, ingobbito, da tutti i tifosi eletto a “mascotte” dei giovanotti in pantaloncini corti che calcavano il terreno erboso rincorrendo un variopinto pallone; sempre presente alle partite ospite della società, (non pagava  il biglietto), quasi mai s’interessava dello svolgimento del gioco ma, spostandosi velocemente ed in continuazione avanti ed indietro a  ridosso  della rete che divideva la gradinata dal campo di gioco, imprecava ed inveiva contro l’arbitro ed i suoi due collaboratori di linea ogni qualvolta emetteva un fischio contro la squadra del cuore. Tutti gli volevano bene  in quanto  con il suo comportamento riusciva a sdrammatizzare l’ambiente spesso surriscaldato da alcuni  fanatici sostenitori delle due squadre che quasi  mai purtroppo, mancavano.

Entrambe le “macchiette” improvvisamente sparirono; non si è mai saputo quando e dove fossero finite; ma chi avendole conosciute, pur a distanza di tanto tempo non le ricorda con tanta simpatia e struggente nostalgia?

Vitaliano Spiezia