Questo periodo di quarantena penso abbia fatto fare, per ognuno di noi, delle esperienze nuove, vissuto o assistito a situazione particolari ed impensabili.
Io vivo abitualmente ancora con mia figlia, mia nipote e spesso rimane, per un lungo periodo, anche il ragazzo di mia nipote, che non avendo Internet a sufficienza a casa sua, si è trasferito da noi per seguire, come è ora necessario, i suoi studi universitari via Web.
Alla fine di febbraio mia nipote, che stà frequentano l’ultimo anni di magistrale di Scienze Politiche, ha accettato, per acquistare una piccola indipendenza economica, di fare, per qualche giorno alla settimana, la cassiera al supermercato ed, essendo un posto di assidua frequentazione, la cosa non la rendeva tranquilla temendo un pericolo di contagio per me. La cosa è stata esorcizzata trasferendomi da mio figlio maggiore che vive con suo figlio. Ambedue, per il tipo di lavoro che fanno hanno dovuto lavorare, come da decreto, a casa, via Web. Decisamente è stata una esperienza curiosa e mi sono potuta fare un’idea di cosa possano essere veramente queste due realtà.
La prima cosa che mio nipote mi ha detto, scherzando. È stata:” Nonna, ormai il mio corpo sta prendendo forma della poltroncina del Pc” Ho sorriso alla battuta scherzosa…… Ma era scherzosa?
La prima mattina che mi sono alzata i miei (due Uomini) erano visibilmente spariti. Erano chiusi ognuno nel loro studio…. Sentivo la voce sicura e quasi imperiosa dell’insegnate (mio nipote) che spiegava scupolosamente certe regole di matematica e, l’ora successiva di fisica ai suoi allievi e l’altro (mio figlio) paziente ed operoso che dava consigli e spiegazioni ai suoi colleghi riguardanti vari programmi informatici.
Quello che più mi affascinava era mio nipote, anche perché la matematica e l’insegnamenteo era stato il mio sogno non realizzato. Durante i pranzi e le cene (unico tempo breve che aveva libero) mi dilettavo a seguire il suo rapporto con gli studenti, le problematiche che incontrava, come le risolveva. Ho riscontrato che sta’ vivendo una vita di grande sacrificio, anche perché svolge il suo compito con passione e se ne occupa con la preoccupazione che tutti ce la facciano, segue parecchie classi dalle prime alle ultime di tutti i tipi di liceo essendo in una scuola privata. Quando mi coricavo era ancora al lavoro per preparare le lezioni, correggere, con più delucidazioni i compiti, i consigli di classe ecc. Senza contare che qualche altro insegnate gli chiedeva consigli. Non era difficile al mattino vederlo assonnato, era rimasto davanti al computer sino alle 2/3 di notte. E’ un personaggio molto particolare e simpatico: porta la barba lunga e folta ed in questo periodo è diventata qualcosa che lo fa assomigliare ad un Babbo Natale troppo giovane, la cosa più curiosa, che essendo inquadrato nel Desktop del pc solamente a mezzo busto indossava una bella camicetta, tuta pulita ed in ordine, mentre il resto del corpo era coperto a volte ancora con i pantaloni del pigiama, da un paio di pantaloncini corti o da dei pantaloni comodi e le immancabili ciabatte. Quando si presentava a pranzo, le cuffie che indossava gli procuravano un curioso ciuffo di capelli che rimaneva immancabilmente alzato rendendolo buffo.
Passato il periodo più contagioso sono tornata a casa e qui ho trovato l’altro filo del PC.” Gli studenti al lavoro!” Anche qui le stanze erano chiuse, arrivavano le voce dei professori, ed a volte le domande degli studenti. Ne uscivano stanchi e lamentosi, a volte perché i professori non erano stati, secondo loro, sufficientemente chiari o incomprensivi, le lezioni si susseguivano con troppa velocità e loro non ce la facevano a seguirli con lo studio. Ma l’avventura più emozionante è stato seguire il ragazzo di mia nipote ad un esame. Lo studio è stato molto impegnativo e se lo sentiva parecchie volte ripetere, a voce alta, quello che aveva studiato L’emozione del giorno prima, i piccoli disturbi fisici provocati dalla tensione, ed infine l’esame. In casa regnava il più assoluto silenzio, la stanza era chiusa scrupolosamente e anche la gattina, perché non miagolasse, era stata trasferita giù in cantina. E…. Finalmente, dopo un paio di ore:” l’esultanza! Ha spalancato la porta con un voltò allegro, gli occhi gli brillavano, le braccia alzate in segno di vittoria: “Ho preso 28 è andato!!! Ed eccomi qui a raccontare due realtà che mai avrei pensato di assistere da così vicino!!!

Elisa