Cronaca di un memorabile viaggio-vacanza
(primo capitolo)
Da Arona a Praga
Maggio 1983, l’estate si avvicinava quindi bisognava programmare le vacanze che sarebbe dovuto essere speciale. era il regalo per la maturità di Andrea.
Avevamo già percorso, con la roulotte al seguito, tutta l’Europa occidentale in lungo e largo, quindi qualsiasi altra meta sarebbe stata fuori della nostra portata, ma questa volta saremmo stati in due a guidare, in quanto anche mio figlio aveva la patente.
Capo Nord con il suo sole a mezzanotte diventava una affascinante meta raggiungibile, occorreva, però, rendere ancora più speciale la vacanza.
Come ho già detto avevamo più volte percorso le strade della Germania per raggiungere i paesi del nord Europa quindi questa volta doveva essere diverso, non c’era altra scelta che attraversare la Polonia per prendere un traghetto a Danzica anziché a Lubecca (tutte due facevano parte della Lega Anseatica).
Mi sono dato subito da fare per i visti necessari per superare la cortina di ferro. Non è stato difficile, bastava pagare in dollari, quindi per quanto riguardava la Polonia ho risolto tutto presso il Consolato di Milano, ma per il visto di transito attraverso la Cecoslovacchia, si doveva andare all’Ambasciata di Vienna.
Andrea nel frattempo raccontò a tutti che saremmo andati in vacanza passando per la Polonia tanto che la voce giunse fino alle Suore di un convento di Verbania che attraverso un prete amico chiesero se potevamo portare qualcosa alle Consorelle a Varsavia.
Naturalmente fummo d’accordo, e quando suonarono al citofono per consegnare quel “qualcosa” dissi all’Andrea di scendere in garage per mettere la roba nel baule della macchina.
Finiti gli esami si parte e senza problemi la domenica sera siamo a Vienna in un bellissimo campeggio ai margini di una foresta.
Il mattino dopo siamo all’Ambasciata Cecoslovacca, entriamo e, chissà perché, chiedo informazioni con quel poco di sloveno che allora ricordavo; ci occorreva solo un visto di transito. Fui indirizzato ad uno sportello e in pochi minuti mi fu consegnato il visto. Passammo il resto della giornata a goderci Vienna per finire al Grinzing, storico quartiere dove passammo la serata in compagnia di un fantastico pollo fritto, ottimo vino e tanta musica.
Al momento della partenza controllo i documenti e mi accorgo che avevamo dei visti turistici validi 10 giorni. Non c’era alcun dubbio che a quel punto il viaggio avrebbe subito una prima variante e cioè la visita a Praga e a quanto c’era da vedere lungo il percorso.
Appena arrivati al confine, non è molto lontano da Vienna (circa 80 Km.), compresi il vero significato della definizione “cortina di ferro”. Il confine era delimitato da due alte recinzioni, parallele, in robusta rete metallica, terminanti con diverse righe di filo spinato che, chissà perché era sostenuto da isolatori.
Quando arrivammo al cancello davanti a noi c’erano due macchine, una ferma davanti alla palazzina della dogana e l’atra tra le due recinzioni. Dopo circa mezz’ora la prima macchina partì e la seconda si fermò per i controlli, noi, a causa della roulotte, restammo fuori per più di un’ora, alla fine si aprirono i cancelli, ritirarono i documenti, nostri e della macchina ci fecero accomodare in sala di attesa. Dopo la verifica dei documenti, si passò al controllo della macchina e della roulotte. Quando aprii il baule della macchina cominciai a sudare freddo, di certo non mi aspettavo che il baule fosse pieno di scatoloni e confezioni da 5 Kg di pasta e riso , lattine di olio da 5 l. nonché sapone dentifricio ecc. tutto in quantità industriale. I doganieri iniziarono la verifica del contenuto dello scatolone più grande: c’erano parecchie dozzine di calze lunghe di cotone nero ed altra biancheria intima inconfondibile. Mentre tutto veniva minuziosamente controllato vidi i doganieri sorridere e pronunciare la parola “munje” (suore), risposi con un tremolante “Ja munje”. Ci volle più di mezz’ora per rimettere tutto a posto come prima, poi i doganieri ci salutarono e noi con un grande sospiro di sollievo continuammo il viaggio. Avevamo superato la “cortina di ferro”.
Percorrendo i 300 Km. che ci separavano da Praga, attraverso un paesaggio per noi surreale e fantastico, sembrava di navigare attraverso un infinito mare dorato, tutta quella grande pianura era coperta da grano maturo ondeggiante a causa di una lieve brezza. Era uno spettacolo veramente affascinante anche se inusitato perché non credo sia cosa di tutti i giorni vedere un campo di grano maturo grande come una regione.
Eccoci a Praga. Sistemata la roulotte ci avviamo verso il Castello di Praga e al centro storico medioevale. Si tratta di un complesso fortificato costruito a cavallo del 1.400 ed il 1.500 circondato da possenti mura con palazzi, caratteristiche torri, ed una grande chiesa in stile gotico con una lunga e importante storia.
Era ora di cena nel centro Europa. Forse per il fatto che il luogo era semideserto, oppure per la particolare luce del tramonto ci ritrovammo in un posto fantastico che fino a quel momento pensavo esistesse solo nelle fiabe.
Tutto il complesso, dalle possenti mura alle torri ai palazzi era stato costruito con una pietra di un particolare colore rosa. In quella luce che solo il tramonto può dare mi ritrovai a camminare in un mondo surreale tra mura merlate sostenute da possenti contrafforti (barbacani) con alte torri che creavano un gioco di luci e ombre tanto da far dimenticare il presente. Mi trovavo nel castello fatato e mi aspettavo che arrivasse il principe azzurro, nella sua smagliante corazza, per salvare la bella principessa, ero entrato in una favola. Fui bruscamente richiamato alla realtà da mio figlio che mi ricordava che era ora di andare a mangiare.
Abbiamo percorso alcune strade importanti del centro e cenato in un buon ristorante constatando un normale tenore di vita, anche se abbastanza modesto, ma eravamo molto stanchi così siamo tornati alla roulotte ripromettendoci di visitare la città il giorno dopo.
L’indomani, partendo dal famoso e bellissimo Ponte Carlo, abbiamo fatto una visita veloce percorrendo alcune delle strade più importanti del nuovo centro storico. La storia dell’Europa era ben rappresentata da importanti chiese e palazzi la cui architettura passava dal romanico al tardo-gotico fino al barocco del 17° Secolo. Tenuto conto che la nostra meta era ancora molto lontana, quella breve visita ci ha portato ad una sola conclusione “a Praga si doveva tornare!”
Solo ora ho un po di tempo per scrivere un commento, anche se l’articolo l’ho letto appena pubblicato, e se ormai c’è già la seconda parte già pubblicata.
A prescindere dalla descrizione dei luoghi, e della persone, molto interessante, voglio solo dire che anch’io sono stato un roulottista, l’ultima la ho venduta meno di due mesi fa, anche se ultimamente la abbiamo usata abbastanza poco.
Ho fatto anch’io qualche viaggio all’estero, ma sono arrivato al massimo al nord della Francia (Bretagna ecc.) da una parte ed a Praga dall’altra.
A Praga ci siamo stati non molti anni fa dopo la caduta del muro percui, a parte i monumenti che non credo siano cambiati, forse c’è stato qualche restauro, la vita e l’ambiente penso siano molto cambiati.
Posso dire che, a mio avviso, Giovanni è stato molto audace ad intraprendere un viaggio così lungo ed impegnativo nei primi anni ottanta.
C’era il muro, c’erano le frontiere dell’est con i problemi che Giovanni ci evidenzia, le strade erano quel che erano ed anche i mezzi sia le auto che le roulotte non erano certo quelli a cui ora siamo abituati, probabilmente uno degli aspetti positivi era la mancanza di traffico !
Bravo Giovanni attendiamo gli altri capitoli
Paolo