Cronaca di un memorabile viaggio-vacanza

 

  (quarto capitolo)  

Stoccolma

      

 Da Stoccolma a Berlino

 Conoscevamo già Stoccolma e quindi con l’intento di partire il mattino seguente, consultai la carta geografica per decidere quale via avremmo dovuto percorrere. Mi accorgo improvvisamente che era il 10 di agosto e che Capo Nord era lontano circa 2500 km. da Stoccolma, addio sole di mezzanotte, era gia troppo tardi.

Decisione rapida! Saremmo rimasti in Svezia 4 o 5 giorni per un meritato riposo. Ci trasferimmo in un bellissimo centro sportivo sulla rive del lago Vanern nei pressi di Karlstad. Il luogo era veramente eccezionale anche per l’atmosfera di ordine e pulizia da sembrare un sogno (venivamo da un soggiorno di 10 giorni in paesi dove c’era più polizia che pane). Passammo tre giorni in riva al lago sdraiati sulla “spiaggia” formata da una serie di comode “poltrone” in granito create e levigate da secoli di lavoro dei ghiacciai. Era quello che ci serviva per rinvigorire il corpo e la mente sprofondati in un incredibile mondo di acqua e foreste, l’acqua era piuttosto freddina, in compenso le nostre “poltrone” erano riscaldate dal sole, inoltre, eravamo nel periodo della flottazione del legname, non era certo uno spettacolo normale per noi.

Lasciamo la roulotte in campeggio per fare un giro fra il verde scuro delle foreste ai piedi delle quali vi erano prati di un verde luminoso con al centro ordinatissime fattorie; il tutto intercalato dell’azzurro dei moltissimi laghi.

Attraversiamo qualche interessante fiordo prima di arrivare ad Oslo. Appena affacciati sullomonimo fiordo in vista della città, ci colpisce subito il bellissimo trampolino che si erge alle spalle della città, era l’emozionante ricordo di spettacolari olimpiadi invernali.

Ancora una volta ci trovavamo in una città tranquilla con i palazzi più importanti, dal Palazzo Reale ai vari Ministeri, in stile neoclassico. La vita nelle vie del centro sembrava piuttosto vivace.

Molto interessante la visita al Museo Vichingo dove, oltre a vari cimeli relativi alla vita di questo popolo, notevoli sono alcune navi recentemente ritrovate sul fondo dei fiordi, l’acqua fredda le aveva conservate bene, specialmente una era in buone condizioni.

Avevamo ancora 6–7 giorni di vacanza ma decidiamo di dirigersi verso casa. C’erano di mezzo due traghetti da prendere, occorreva prevedere ancora un giorno in Svezia ed un giorno a Copenaghen prima di sbarcare alla sera, in Germania, a Travemunde nei pressi di Lubecca.

Dovevamo percorrere circa 1.400 Km. per questo il mattino seguente, secondo il programma, infiliamo l’autostrada che da nord, con un paio di tappe, ci avrebbe portato tranquillamente a casa passando per Amburgo, Hannover, Monaco, un pezzettino di Austria ed il Brennero.

Superiamo Amburgo e giunti nei pressi di Hannover, allo svincolo tra diverse autostrade, una freccia indica che una di queste conduceva a Berlino. Non c’eravamo mai stati! Il tempo di arrivare al bivio e la decisione era presa, qualche secondo dopo viaggiavamo verso quella città. Un centinaio di Km. ed ecco il confine tra le due Germanie; un poliziotto apri il cancello e fece un rapido controllo dei passaporti con inserimento di un foglietto. Facciamo una lunga coda per arrivare alla palazzina degli uffici doganali. A quel punto incominciarono i controlli veri e propri. Per prima cosa, all’atto di rilasciare il visto, ci ritirarono i documenti (personali e dell’auto) quindi ci rimettiamo in fila fino al posto di polizia mentre a fianco della coda un nastro trasportatore faceva arrivare i nostri documenti contemporaneamente alla nostra vettura. I controlli furono severissimi sia per l’auto che per la roulotte fino al punto di verificare la parte inferiore dei mezzi con appositi specchi. Altro passo avanti ed arriviamo alla dogana, rapido controllo della valuta e restituzione dei documenti, raggiunto il cancello di uscita ulteriore controllo dei passaporti con il ritiro del foglietto completo di timbri.

Ci vollero due ore e finalmente ci rimettiamo in viaggio su un autostrada che oltre ad avere come protezione il “guard-rail” aveva anche una robusta rete metallica che diede il nome storico di “cortina di ferro” alla divisione dell’Europa in due Democrazie con situazioni politiche differenti ed in contrasto tra i loro.

berlino