Cronaca di un memorabile viaggio-vacanza

(secondo capitolo)

Praga Castello

 Da Praga a Cracovia

Dovevamo cercare di ricuperare almeno parte dei due giorni trascorsi a Praga perciò studiammo un percorso più diretto e veloce possibile. Dopo aver percorso un bel po’ di km. verso est lungo la catena dei Carpazi puntammo verso nord e attraverso un passo di confine, arrivammo a Cracovia nel pomeriggio.

Naturalmente ci volle più di un’ora per le pratiche necessarie per passare il confine, i polacchi non si interessarono delle cose che trasportavamo ma, dopo aver controllato un paio di libri che avevamo in roulotte, dovemmo denunciare tutti i valori che avevamo. Fu stilata una specie di distinta di tutta la valuta, distinta dotata di un’appendice su cui si doveva annotare tutte le spese, ma sono stato costretto ad acquistare (in dollari) buoni-carburante al prezzo di circa 1 dollaro al litro.

Cracovia è una bella città sulla Vistola, con una periferia con ampi spazi verdi ed il centro storico tipico di tutte le antiche citta del nord Europa.

Sistemata la roulotte pensai che sarebbe stato opportuno provvedere subito ai piccoli impegni presi da mio figlio. Si trattava di portare i saluti ed una lettera ad un prete che parlava italiano, amico del prete amico di mio figlio. All’indirizzo indicato trovammo una grande chiesa gotica. Era una Parrocchia, dedicata a Santa Caterina Dottore della Chiesa, naturalmente frequentata da intellettuali ed artisti.

Il parroco ed il sacerdote ci accolsero calorosamente e dato che conoscevano la nostra lingua tutto fu molto facile. Eravamo pellegrini in Polonia quindi abbiamo dovuto restare a cena e non solo per quella sera ma per le altre quattro sere e non fu possibile rifiutare.

Fummo invitati ad entrare in una grande sala arredata con severi mobili antichi e con una grande cucina funzionante a legna presso la quale erano indaffarate due suore che ci accolsero con molta simpatia, quello che più ci ha colpito è stata la lunga tavola di legno massiccio apparecchiata per molte più persone di quanto fossero i presenti.

Nel corso della serata si parlò del più e del meno ed io chiesi se attendevano altri ospiti, mi dissero che era probabile in quanto, per una antica tradizione polacca, in ogni parrocchia c’è sempre una tavola apparecchiata e chiunque si presenta viene accolto come un ospite gradito. Abbiamo condiviso una magra cena consistente in una zuppa in cui galleggiavano pezzetti di patate e rape, per finire con una “compote” di mele molto allungata. Passammo il resto della serata in tranquilla conversazione, raccontammo il nostro programma di viaggio mentre i nostri ospiti ci facevano molte domande sulla vita sociale e politica in Europa e soprattutto in Italia. Volevano sapere tutto di tutto, era chiaro che in Polonia non arrivava alcuna notizia dal mondo occidentale.

Il mattino seguente il Parroco ci presentò due studenti che parlavano inglese, erano le nostre guide per la visita alla parte monumentale della città, partendo dal Wawel.

Erano ragazzi preparatissimi, e durante la visita a questo grande complesso storico ebbero modo di farci conoscere la storia del loro paese che fin dagli inizi ha avuto una forte impronta cattolica tutt’ora molto evidente nel comportamento dei polacchi. Ancora una volta siamo entrati in una fortezza medioevale che entro le sue possenti mura racchiudeva quelle costruzioni necessarie per la gestione del potere, dal Palazzo reale alla Cattedrale, si respirava un’atmosfera severa che solo la patina dei secoli può dare.

Visitammo i palazzi più significativi a partire dalla cattedrale di stile gotico con notevoli vetrate e sopra tutto le tombe dei re e principi delle varie dinastie che hanno governato in tempi lontani la Polonia, che accentuano l’austerità del luogo. Ancora più interessante fu la visita al castello, la dimora dei re, per la ricchezza degli arredi originali con soffitti a cassettone e gli arazzi che coprivano le pareti dei saloni di rappresentanza.

Nel corso di un interessante passeggiata nell’antica e ben conservata zona centrale della città, visitammo il palazzo sede dell’Università Jagellonica, una delle più antiche d’Europa. Alla fine ci ritrovammo nell’antica grande piazza del mercato circondata da notevoli monumenti come la chiesa di Santa Maria la cui torre più alta, nel 1478, è stata completata con un “elmo” architettonico dotato di carillon che ad ogni ora regala ai passanti un dolce melodia medievale. Notevole anche il mercato coperto e l’antica torre comunale. Seduti ai tavolini del bar cominciammo ad interessarci della vita normale e sociale vigente in Polonia. Ci spiegarono con poche parole che mancava tutto e ben presto scoprimmo che oltre al cibo alla gente mancava l’informazione, avevano fame di notizie!

A cena alla sera ci fu consigliata la visita alla miniera di sale mi sembrò strano, ma tenuto conto da chi veniva la proposta, forse valeva la pena di visitarla.

Il giorno seguente, accompagnati da due ragazzi che conoscevano lo spagnolo, arrivammo alla miniera di salgemma situata ad una ventina di km. da Cracovia verso la catena dei Carpazi.

Dotati di mantelline cominciammo a scendere alcune rampe di scala scavate nella roccia e percorrendo una lunga galleria in discesa, intervallata da altre scale per arrivare alla miniera vera e propria. Abbiamo percorso un’altra lunga galleria scavata nel salgemma le cui pareti traslucide riflettevano la luce dell’impianto di illuminazione in un fantastico gioco di colori dovuto al variegato colore del sale.

Il freddo e l’umidità nonché gli attrezzi esposti davano l’idea della terribile situazione di lavoro dei minatori. Nel proseguire il cammino sbucammo in una grande ed altissima caverna che solo la grande fede dei polacchi ha potuto trasformare in una e vera e propria Cattedrale.

Per stupirci la natura si è alleata alla fede e capacità artistiche dell’uomo che hanno saputo ricavare dal salgemma una vera chiesa. Altare, tabernacolo, balaustre, inginocchiatoi, per non parlare degli altari laterali e le relative statue di Cristo, della Madonna e dei Santi artisticamente scolpiti in quella roccia semitrasparente e valorizzati da una sapiente illuminazione. Senza dubbio anche parecchi metri sotto terra, in Polonia, la Casa del Signore, per dimensione, per le opere d’arte e per quel senso mistico che si respira può essere paragonata alle più grandi Cattedrali esistenti al mondo.

Come di consueto la sera rientriamo in parrocchia per cena e all’ingresso ci viene incontro una giovane signora con un bambino piccolo in braccio: sembrava ci stesse aspettando, infatti il parroco ci dice che la signora ci invitava casa sua per cena in quanto lei ed il marito erano appena tornati dalle vacanze, il marito aveva pescato alcune trote. Si può immaginare lo stupore, non riuscivo a capire cosa spingesse una giovane coppia ad invitare a casa dei sconosciuti per di più stranieri. Fu subito chiaro che, soprattutto fra gli intellettuali, era più forte la fame di notizie che quella di cibo: infatti la cena si svolse sotto una valanga di domande, prima in inglese con mio figlio, poi, dopo cena anche in italiano in quanto ci ha raggiunto il prete che fungeva da interprete. Volevano sapere cosa era successo nel mondo negli ultimi sei-sette anni, evidentemente per tutto quel periodo, in Polonia, non era filtrata alcuna notizia dal mondo esterno

(Segue)

Cracovia Miniere di sale