In Auditorium Pontello si è svolta questa mattina la cerimonia di premiazione del decimo concorso letterario. Iniziato nel 2008, il concorso ha affrontato tematiche diverse toccando ogni volta il vissuto e il rapporto con gli altri e la società.

Quest’anno il tema era “Gare, sport e altre imprese memorabili di nonni e nipoti”.

Al tavolo dei relatori il presidente dell’OIC dr. Andrea Cavagnis, la scrittrice Antonia Arslan (presidente della Giuria), Luisa Scimeni di San Bonifacio (presidente emerita della Società Dante Alighieri – Comitato di Padova), Alessandro Russello (direttore del Corriere del Veneto), Ambrogio Fassina (presidente CLEUP).

Tutti hanno ricordato il prof. Angelo Ferro e quanto avesse voluto e sostenuto questo concorso, auspicandone la continuità perchè il patrimonio di esperienze degli ospiti e dei loro amici non venga disperso nel tempo.

Il direttore generale dr. Fabio Toso ha anticipato che le prossime edizioni si svolgeranno in aprile, coinvolgendo anche le scuole. Il tema per il 2018 sarà “Musica, canti e cori”.

Con le premiazioni del concorso letterario, è stato dato un riconoscimento alla fotografia più votata “Ultimo traguardo”, scattata a Mossano.

Trascrivo più sotto il breve scritto, molto significativo, a cui la presidente della giuria ha rivolto un’attenzione particolare. La “scrittrice” è Maria Lazzaretto di 97 anni, ospite al IV piano del Santa Chiara. Mi sono intrattenuta con lei prima dell’inizio della cerimonia. Tutta elegante e ben pettinata, con un paio di scarpe di vernice nera che hanno attirato subito la mia attenzione, mi ha raccontato di aver lavorato presso la Banca Cattolica di Vicenza, poi si era trasferita a Padova ed aveva perso il marito in un incidente. Quando le abbiamo presentato il presidente Cavagnis, ne è rimasta affascinata e dopo un primo bacio si è fatta promettere di averne un secondo al momento della premiazione! Una donna meravigliosa, che mi sono goduta per una mezz’oretta ricordando il calore domenicale della casa materna.

Giancarla

Il titolo del racconto di Maria è: “IL MIO POZZO”

Quando ero piccola a scuola facevo poco sport, perchè non avevo i soldi e bisognava sempre lavorare e tenere in ordine e pulita la casa.

Dico sempre, però, che lo sport più faticoso che ho fatto è stato lavare con il mio mastello.

Nella mia casa avevo un pozzo profondo sette metri e ogni sabato mi mettevo lì con il mio mastello a lavare i vestiti che avevo accumulato durante la settimana.

Adesso voi giovani avete la lavatrice ma non sapete la fatica che noi ragazze di un tempo facevamo per lavarci i vestiti.

Come sapone usavo la cenere di faggio che raccoglievo dal mio camino, prendevo i miei vestiti, li buttavo nel mastello con la cenere e poi via di olio di gomito, e passavo ore e ore a lavare e ad affaticarmi.

Ecco, per me lo sport più faticoso che abbia mai fatto è stato lavare nel mio amato pozzo.