Lontano nel tempo,
scivolando lentamente
come spinta da brezza leggera,
sei entrata nella mia solitaria vita
con saggezza carica
e fraterna umanità.
L’acconciata chioma tinta
incorniciava l’armonioso viso.
Allegro e luminoso
era l’occhio sincero e vivo
che accompagnava il bel sorriso.
E’ stato delizioso
accanto a te sognare
un tranquillo futuro
condividendo fervore ed ozio.
Passato è il tempo,
crudelmente il ponentino
ha sbiancato il tuo capello
e segnato il tuo corpo snello.
Rimase intatta sagacia
e distinta alterigia.
Ma oggi, come un turbine violento
di gelida tramontana,
te ne sei andata.
Hai lacerato la mia vita,
ma non l’hai vinta.
C’è ancora amore
in questo stanco cuore
per augurarti con candore:
vegli su di te nostro Signore.

Ceronte

(07.2010)