In tempo di crisi profonda e reale per tanti, ieri si è assistito a gesti clamorosi di generosità e solidarietà. Ho visto tantissime persone … fare la spesa per i poveri … Gesti semplici quanto efficaci sono stati capaci di una straordinaria unificazione popolare. Che spettacolo!
Per un giorno eravamo tutti uguali e insieme, nel compiere questa azione. Ieri sera nel nostro magazzino c’erano tanti giovani ad aiutarci a scaricare tutto quanto si era raccolto. Anche lì, giovani di tutti i credo e passioni che, oltre ad aver lavorato come matti, hanno investito quel luogo e i nostri volontari stremati, di una freschezza e bellezza che solo la gioventù sa esprimere: chi faceva a gara nello scaricare camion facendo la catena e con tifo da stadio, chi canticchiava, chi faceva scherzi a ripetizione, chi si apriva a nuove amicizie e incontrava i volontari abituali. Altro che crack o crick da black block! Ho percepito chiaramente in tutta la giornata che ciò che ci accomuna davvero è la “speranza”: in qualcosa di migliore, che non abbiamo o non abbiamo ancora, ma che, incessantemente, desideriamo. Un’inclinazione profonda al bene che c’è dentro ciascuno di noi, a cui bisogna solo dare occasione di tirarla fuori. Penso davvero che gli uomini siano migliori di quanto appaia. Ma è così difficile vivere così come abbiamo visto ieri? Sì, è molto difficile. E’ difficile non far prevalere il nostro sentimento del momento, la nostra istintività o pregiudizio o la nostra prepotenza e presunzione. Ma per un giorno, ieri, per molti è stato possibile vivere meglio e con più gusto attraverso quel semplice ma sentito gesto di condivisione che è stata la Colletta. Allora vien da chiedersi: in cosa riponiamo la nostra speranza per un futuro migliore? Nella finanza fine a se stessa che premia la speculazione e distrugge le vite senza pietà? nel Grande Fratello o illusioni simili? Nella prepotenza con cui magari da imprenditori cerchiamo di far fuori un concorrente? Nello Stato, conferendogli responsabilità che sono solo nostre? O in quello che abbiamo visto ieri e in tante esperienze simili? O nel guardare a un concorrente come ad un collega con cui magari aiutarsi a superare questo momento? O ai giovani educandoli a preservare la loro bellezza e genuinità e a spendere le loro vite per qualcosa che valga davvero la pena? O a essere dei protagonisti nella vita sociale per un bene comune? Ma, almeno per un giorno, abbiamo visto che è possibile! Non resta che continuare a cercare una speranza, lasciandoci educare da gesti come quello vissuto ieri. A nome dei poveri che verranno aiutati dai volontari, esprimo il grazie a tutti coloro che ci hanno aiutato e a tutti coloro che hanno generosamente donato. (Roberto Cena, presidente Associazione Banco Alimentare Onlus)

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lunedì 30 novembre 2009