CERONTE
(Scusa Dante, se puoi, per averti profanato.
Ma tu ricordi e ben sai
che in altri tempi abbiam scherzato assai)
Forese Donati

Ceronte non ti crucciare,
vuolsi di quà e di là, fai quello che puoi
ma più non dimandare.
Pensa alle anime prave e agli affari tuoi
vecchio dimonio con l’occhi di bragia.
Se quella che vedi è l’anima che vuoi
di Forese che tu credevi malvagia
e di qui non doveva essere passata
per via di Nella che non è mogia.
“Tanto magra la faccia mia ti è sembrata
che per pena non può mangiare.
Puoi dire: caro Forese ormai è fatta,
da quel dì, che non ti vedo andare,
ma qui non devi stare tra questi ribelli,
che in altro sito t’hanno messo a penare.”
“Dimmi: perchè mi guardi e non favelli? “
“Come puoi notare stò ancora a dieta….,
perciò mi vedi magro e quasi in fardelli.
La faccia patibolare mi sarà passata
quando immantinente potrò mangiare
e in questo loco la pena avrò scontata.
Ma è la Nella mia che devo ringraziare
per il suo pianger dirotto a ogni ora.
E tu Ceronte, se puoi salire a riguardare
e vedi la mia sposa pregare ancora
dille che stò pagando in questo posto
e un dì mi rivedrà e potrà dire allora:”
“La bocca sollevò dall’antipasto
quel mangiator forbendola al braccio
dell’amico suo, vicin di posto.“

Ceronte

(Febbraio 2015)