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Da sabato prossimo il Comune di Padova organizza un corso sul ‘ Caregiver ‘.

Termine anglosassone di non immediata comprensione e forse, è il caso di spiegare di cosa si tratta anche a coloro che non andranno a frequentare tale corso dato che il ‘caregiver’ svolge della attività che, più o meno, tutte le persone nella ‘terza età’ si sono trovate o si troveranno ad affrontare.

Caregiver (“datore di assistenza”) è il familiare o l’amico che si fa carico della persona malata o non autosufficiente, prendendosi cura di lei e assistendola nelle sue necessità. L’utilizzo di un termine inglese mette in evidenza la mancanza di una parola adeguata nella lingua italiana.

il termine caregiver è rivolto all’assistente informale.

Si definiscono come lavoro di cura le pratiche di lavoro domestico non formale svolte a favore di soggetti non indipendenti, come bambini, anziani e disabili.

Questo particolare tipo di lavoro comprende una serie di attività che spesso non vengono riconosciute socialmente né economicamente e che hanno luogo nell’ambito delle relazioni familiari.

Il lavoro di cura è quasi sempre appannaggio della donna. Raramente il carico e la responsabilità del lavoro di cura viene condiviso dagli altri familiari.

Nella maggioranza dei casi, la presenza di un anziano non indipendente, di un bambino piccolo o di un diversamente abile in famiglia costituisce elemento di criticità ed emerge con forza la difficoltà di far fronte alla situazione. Le risorse a disposizione (umane ed economiche) influenzano fortemente in una direzione piuttosto che in un’altra.

il caregiver “informale”, detto anche primary caregiver, da distinguere da quello ‘professionista’ (operatore sanitario, infermiere o ‘badante’) può essere il figlio, il coniuge, più raramente un altro familiare o amico.

E’ la persona che all’interno della famiglia si assume in modo principale il compito di cura e di assistenza al congiunto ammalato.

Il tempo dedicato dal caregiver all’attività assistenziale può raggiungere l’equipollente di una giornata lavorativa, il che significa che nelle situazioni più gravi la funzione di caregiver diventa pressoché incompatibile con qualsiasi attività lavorativa. Anche per quanto riguarda l’attività di vigilanza/sorveglianza è richiesto molto tempo che aumenta con il progressivo avanzare della malattia.

Il ruolo del familiare che si occupa dell’assistenza, in Italia, è principalmente svolto dalle donne (73.8%), generalmente mogli e figlie, che nei casi gravi, ospitano il malato in casa (65%).

I caregiver si trovano in prevalenza in età attiva:
il 30,95 ha fino ai 45 anni
il 38,2% ha tra i 46 e i 60 anni
il 17,95 tra i 61 e i 70 anni
il 13% oltre i 70 anni

Dal punto di vista professionale il 31,9% è pensionato, il 27,75 è casalinga, il 20,65 impiegato o insegnante, il 5,75 artigiano o commerciante ed il 4,45 dirigente/professionista: un totale di lavoratori retribuiti pari al 355 del campione preso in esame. (dati Censis 1999).

Paolo