Il Cern crea il punto più caldo

da TG  COM                                        8/11/2010

Di Lella Confalonieri

Ci siamo quasi. Nella macchina più potente del mondo, il Large Hadron Collider, l’enorme acceleratore circolare di particelle del Cern (nella foto), 27 chilometri di diametro a 100 metri di profondità tra la Svizzera e la Francia, si sono ricreate le condizioni dell’Universo primordiale, un infinitesimo di secondo dopo il Big Bang, l’esplosione dalla quale ha avuto origine tutto quello che ci circonda.

Il merito è dell’esperimento Alice: per un attimo veramente piccolo lo strumento di misura di Alice è diventato il luogo più caldo dell’Universo, ha raggiunto una temperatura centomila volte superiore a quella del cuore del Sole, o di qualsiasi altra stella del cosmo. E questo è il segnale che si è sulla strada giusta per ricreare proprio il Big Bang. I risultati straordinari di questo esperimento – guidato da ricercatori italiani dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare come del resto anche gli altri che utilizzano l’Lhc – sono arrivati dopo la collisione di due fasci di nuclei di piombo che correvano l’uno contro l’altro a velocità inimmaginabili per la nostra mente.

Uno scontro violentissimo che ha creato “rottami” infinitesimi, un magma di materia, il plasma pieno di particelle elementari, che ha raggiunto le temperature di migliaia di miliardi di gradi. La stessa dell’Universo quando aveva appena qualche istante di vita, più di tredici miliardi di anni fa. Ora i 1600 scienziati del Cern sanno che tutto è possibile, che la strada per capire come si è formato l’Universo è tracciata. Il traguardo più ambizioso è la scoperta del fantomatico “bosone di Higgs”, tanto studiato in via teorica, ma mai osservato. Tanto importante da essere chiamato “particella di Dio”, il tramite che ha permesso la trasformazione dell’energia in materia, la creazione di tutto quello che ci circonda.