IMG_4711Ho pensato molto durante il nostro soggiorno a Breslavia a quanto il prof. Angelo Ferro sarebbe stato orgoglioso di noi. Gli avrei consegnato la borsetta con tutto il materiale del convegno ed insieme, come eravamo soliti fare con altri progetti od eventi importanti, avremmo condiviso o commentato. Sicuramente avrebbe preso spunto per partire con nuove idee o proposte, certo che Agorà sarebbe stata pronta a sperimentare ogni novità.

Ma questa volta Lui non c’è e la borsetta non ha destinatari.

Una settimana di esperienze e scambi culturali, che ha concluso a Breslavia il Progetto Erasmus Plus “KEY” iniziato quasi due anni fa e che ha visto coinvolto un turnover di una quarantina di soci, alcuni impegnati in tutte le tre sessioni di lavoro (pedagogia – inglese – informatica). Noi abbiamo collaborato con l’Università Ca’ Foscari di Venezia e ci siamo confrontati con i seniors polacchi e inglesi. Partners del progetto la Fundacja pro Scientia Publica di Breslavia (con l’Università della Terza Età) e la Kairos Europe di Londra.

Grande l’entusiasmo per un gruppetto di 12 soci quando ci è stata offerta l’opportunità di partecipare ai festeggiamenti del quarantesimo giubileo dell’Università della Terza Età a Breslavia e alla Conferenza Internazionale Accademica dal titolo “Gli anziani per la cultura”, che prevedeva anche l’intervento della nostra prof. Barbara Baschiera con i risultati del progetto KEY. A noi si sono aggiunti anche i genitori di Barbara.

A marzo erano già prenotati i voli di andata e ritorno, l’albergo e il pullmino per il trasferimento all’aeroporto. Dal canto suo l’Università aveva predisposto un programma intenso di eventi e lezioni, a cui noi ci siamo subito iscritti.

Il primo giorno ci ha visti tutti presenti alla cerimonia d’inaugurazione. Dopo il saluto delle varie autorità, il coro dell’Università si è esibito anche con il “Va pensiero” dal Nabucco di Giuseppe Verdi, che  ha fatto sentire subito noi unici italiani gioiosamente accolti nel prestigioso Oratorio Marianum della sede principale dell’Università, ubicata lungo il fiume Oder. Il pomeriggio è stato dedicato alle lezioni dei vari professori universitari e alle premiazioni al merito. La serata si è conclusa con la cena ufficiale dei soli invitati (compreso ovviamente il nostro gruppo) presso il ristorante dell’Art Hotel nel centro storico della città.

La seconda giornata si è svolta presso la facoltà di Pedagogia in un’altra zona della città ed è stata dedicata a lezioni e laboratori suddivisi in quattro sezioni. La nostra preferenza è andata ovviamente alla sezione dedicata ai progetti europei da noi sviluppati con il Ca’ Foscari  (Hihtast e Key) illustrati da Barbara Baschiera con una chiamata a sorpresa per un mio breve intervento. Alcune lezioni sono state anche rilassanti e divertenti, come il Tai-Chi e la Klanza. Tutte le lezioni erano tenute rigorosamente in lingua inglese (o polacco), spesso supportate da diapositive per una più facile interpretazione.

Pranzo offerto in un moderno ristorante non lontano dall’Università e due coffee-breaks durante la giornata. Nel tardo pomeriggio spettacolo musicale, balletti e operetta nell’Auditorium dell’Università.

La terza giornata è stata dedicata ad un tour nella regione della Bassa Slesia, con una serie di visite davvero interessanti: campo di concentramento di Gross Rosen, Chiesa Evangelica della Pace a Swidnica, Castello di Ksiaz a Walbrzych e Città sotterranea di Osowka. Pranzo offerto in un locale caratteristico all’interno del parco della Chiesa della Pace.

Il quarto giorno è stato dedicato ad un po’ di riposo, nel senso che abbiamo girato da soli senza orari fissi di partenza e arrivo, andando a vederci con calma gli interni della Cattedrale e del Municipio, gustandoci il famoso Rynek e la piazza mercato, passeggiando nelle isolette e lasciandoci dolcemente cullare in battello lungo il fiume Oder.

Per il quinto giorno avevamo già prenotato un pullmino con una bravissima guida in lingua italiana per la visita a Cracovia. Partenza alle 7.30 con rientro alle 21. Giornata piena ma felici di aver visitato questa città dove si respira ovunque la presenza del Santo Papa polacco.

Non abbiamo sprecato l’ultimo giorno in libertà per i negozi, come si fa generalemtne nei viaggi organizzati, ma ci siamo dedicati alla visita della “Centennial Hall”, con il suo enorme palazzetto per sport e concerti fatto a cupola, la lunga fontana digitale e il giardino giapponese, passando poi dall’altra parte del fiume con la teleferica per andare a vedere “Hydropolis”, il più grande centro polacco per la conoscenza dell’acqua, con immagini, suoni e filmati multimediali, dove il visitatore apprende la storia dell’ingegneria dell’acqua, l’importanza dell’acqua per l’uomo in termini biologici, fisici e metafisici, incontrando fra le altre meraviglie anche una statua trasparente del Davide di Michelangelo.

Nello stesso pomeriggio la professoressa Aneta, responsabile polacca del progetto Key, ha organizzato un incontro di presentazione con una decina di partecipanti locali (mancavano i tre uomini impegnati a fare i nonni). Ci hanno accompagnato in un caratteristico giardino da tè, dove seduti non troppo comodamente su dei cuscini abbiamo preso un tè nero con la confettura di mirtilli e lamponi.

Non c’è stata una sera in cui non siamo usciti a cena, anche se abbastanza distrutti dalle attività del giorno. Avevamo i nostri ristoratori italiani che ci aspettavano per prepararci qualche buon piatto di pasta, ma gradivamo comunque anche le zuppe e la tenerissima carne polacca accompagnata da verdure.

La domenica rientro in Italia, dove abbiamo trovato un caldo afoso a cui non eravamo più abituati.

Potrei parlare per una giornata intera di questa esperienza, tanti sono i confronti e gli scambi che abbiamo sperimentato con questo popolo sicuramente diverso da noi, ma che abbiamo apprezzato per diversi motivi.

Ringrazio per la partecipazione: Brolati Paolo, Beccaro Carla, Tosato Antonio , Olivieri Franca, Coccia Antonio, Noventa Gabriella, Tosetto Luciana, Garcia Angela, Marocco Milvia, Ceron Luciana, Rampazzo Sergio, Clara e Luigi Baschiera, e ovviamente Barbara Baschiera e la sottoscritta.

Giancarla