img_5825Su organizzazione dell’Agenzia Primarete Viaggi con qualche ritocco in itinere, abbiamo trascorso un fine settimana sull’Appenino Tosco Romagnolo all’insegna del relax e della cultura.

Partiti comodamente e puntualmente alle 7.30 dal Civitas Vitae, raggiungiamo verso le 10 il borgo di San Leo.

L’antichissimo borgo è situato su un enorme masso roccioso tutt’intorno invalicabile, alle spalle della Repubblica di San Marino e della Riviera di Rimini, nella Val Marecchia. Citato da Dante Alighieri nella Divina Commedia, noto per le sue vicende storiche e geopolitiche, “location” per film e documentari, è una perla preziosa custodita dalla provincia di Rimini. Salendo lentamente verso il borgo si può ammirare la straordinaria conformazione del luogo, un imponente masso roccioso con pareti a strapiombo. Una navetta messa a nostra disposizione ci accompagna fino alla punta più alta di questo possente apparato difensivo dove svetta la Fortezza di Francesco di Giorgio Martini (XV sec).
La città, che un tempo si chiamava Monte Feltro, fu oggetto costante di contesa, finchè venne definitivamente conquistata nel 1441 dal giovane Federico da Montefeltro, che duramente contrastò i Malatesta nel dominio della Valle del Marecchia.
Ospitò personaggi come Dante e San Francesco d’Assisi, che qui ricevette in dono il Monte della Verna. Devoluta allo Stato Pontificio nel 1631, divenne aspro carcere dove, tra gli altri, finirono i propri giorni il Conte di Cagliostro e Felice Orsini..
Oltre alla suggestiva fortezza, possiamo ammirare gli antichi edifici romanici: Pieve, Cattedrale e Torre.

Dopo un buon pasto in un locale caratteristico del borgo si prosegue per Bagno di Romagna, serpeggiando  attraverso uno stupendo paesaggio innevato a quota 900 m. Scesi a 500 m. arriviamo nella cittadina termale verso le 15.30. Sistemazione nelle stanze del “Roseo Euroterme Hotel” 4 stelle e subito in piscina con favolosi idromassaggi per gli amanti delle terme. In alternativa passeggiata e visita del paese con primi acquisti dei prodotti locali.

Si comincia a conoscere la storia di questo antico e piccolo borgo medioevale, immerso nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, conosciuto col nome di “Balneum” per le proprietà curative delle sue acque fin dai tempi dei Romani

Alle 19.30 si cena nell’area a noi riservata nell’ampio ristorante, con una scelta al buffet di piatti a non finire. Per la serata un’esibizione di rock and roll e boogie-woogie da parte di un gruppo di ballerini scatenati nella sala dei Fanti, quattro chiacchere nell’elegante zona d’intrattenimento, una partita a carte, una tisana calda prima di andare a riposare.

La mattina successiva, dopo un’abbondante colazione nella saletta adiacente alle numerose stanze di trattamenti benessere, ognuno di noi sceglie come trascorrere queste ore a disposizione. Una visita al centro storico con il Palazzo del Capitano, il palazzo del potere sulla cui facciata i capitani inviati di anno in anno da Firenze ad amministrare il territorio, apponevano il proprio stemma di pietra con la data del loro mandato; alle 11 la Santa Messa nella Basilica di S.Maria Assunta affacciata sulla piazza principale, che lo storico camaldolese Fortunio fa risalire all’anno 880 e dove i Camaldolesi furono ininterrottamente presenti dal 1299 al 1808.

Altri scelgono un piacevole e comodo percorso vita che conduce alla “Fonte del Chiardovo” ove sgorga un’acqua sulfureo-bicarbonata, oligominerale, fredda, dal caratteristico odore di uovo, ben conosciuta per i benefici a piccoli disturbi del fegato e vie biliari e gastrointerinali. Il viale ombrato da tigli si snoda per 1 km, accompagnato dal torrente Volanello, tra campi lavorati ed orti. La passeggiata continua lungo il fiume Savio fino ai giardini pubblici da dove, attraversando un ponticello, inizia il sentiero degli gnomi. Abituati a fare i nonni, ci immergiamo nel bosco e nella fantasia, senza però inoltrarci nel folto della vegetazione che appare umida e scivolosa. Ci fermiamo alle prime sculture, alla stazione, all’ufficio postale. Lasciamo ai bambini e ai giovani genitori raggiungere la “Radura degli gnomi” e scoprirne i segreti.

Ci attende alle 12.30 un altro abbondante pranzo e alle 14 tutti in pullman con meta Anghiari, non previsto nel programma ma gentilmente proposto durante la permanenza.

In un’oretta arriviamo ad Anghiari, che si trova nella provincia di Arezzo e quindi in Toscana, lungo l’Alta Valle Tiberina che conduce fino a Roma. Anche questo borgo è stato selezionato tra i borghi più belli d’Italia. Sembra che il tempo ad Anghiari si sia fermato. Camminando tra gli stretti vicoli, sul camminamento delle mura, tra le case, torri in pietra e legno e le piazzette affrescate, senti ancora il profumo del Medioevo. La storia di Anghiari inizia comunque in un’epoca remota quando giunsero nella Valle Tiberina i primi gruppi di cacciatori, che decisero di accamparsi sui terrazzamenti alluvionali formati dall’azione erosiva del fiume Tevere.

Ammiriamo la torre dell’orologio, detta il Campano, il Palazzo Pretorio, l’antica residenza dei podestà e dei vicari della Repubblica Fiorentina, le possenti mura, le chiese, le botteghe, i vicoli che s’intrecciano tra una piazzetta e l’altra.

Infine non possiamo dimenticare l’inconfondibile “dritta”, una strada ripidissima che unisce Anghiari a Sansepolcro. Una strada antica, costruita alla fine del XIV secolo per unire due luoghi legati alla vita di San Francesco d’Assisi: la chiesa della Croce e il sacro Eremo di Montecasale. La strada appartiene ad Anghiari ed è diritta come una spada, taglia in due la parte toscana della valle del Tevere – confine artificiale con la vicina Umbria, cui appartiene il resto della pianura.

Il rientro è a Padova verso le ore 20, soddisfatti di aver gustato tanti cibi e tanta cultura in soli due giorni.

Il nostro gruppo di soci Agorà desidera ringraziare la gentilissima e molto disponibile Marina di Primarete che ci ha assistito in questo interessante e piacevole fine settimana, senza trascurare l’abilissimo autista Ludovico che nella foto è ripreso in tranquillo e giusto relax su un lettino della piscina. Un grazie e un saluto anche alla decina di giovani che si sono uniti a noi in questo viaggio.

Giancarla

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