Pubblico l’articolo apparso sul Mattino di Padova.

Addio a Marina Tiso, volontaria all’OIC

Aveva 70 anni: domenica se n’è andata, era ricoverata in casa di cura per un grave tumore

08 agosto 2016

PADOVA. Una donna forte, determinata, combattiva. Nella carriera, di avvocato, e nella vita. Marina Tiso, settantenne, ieri se n’è andata: era ricoverata in casa di cura da quando il tumore con il quale per lunghi anni aveva convissuto, non le aveva più dato tregua.

Padovana, subito dopo la laurea aveva iniziato la professione, il suo studio era in corso del Popolo e rapidamente la sua competenza e la sua abilità ne avevano fatto uno degli avvocati civilisti più in vista della città. Non era una donna che indulgeva alle mode né ai vezzi: pareva ruvida, a volte, con quel suo modo di andare al sodo e partire da lì.

Compagna di Nanni Pagnan, aveva dedicato la sua vita alla professione e a lungo aveva accudito l’amatissima mamma, Amalia Testi, donna di grande spirito e raffinata cultura; il padre, Carlo Tiso, se n’era andato molto prima. Marina più di dieci anni fa aveva lasciato il lavoro, era andata in pensione e si era buttata nel volontariato, guidata verso l’Oic dall’amico Angelo Ferro. Lì era una presenza costante, appassionata, e aveva continuato ad esserlo anche quando il primo tumore la attaccò. Lei lo sconfisse. Poi la ricaduta.

(a.pi.)

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Come volontari del VadA dal 2002, quando ne era ancora presidente il defunto Paolo Argentini, abbiamo avuto l’onore di conoscere Marina Tiso partecipando insieme agli incontri di formazione e alle assemblee di questa Associazione di cui anche lei faceva parte. Non ci trovavamo durante le attività di volontariato in quanto Marina si dedicava soprattutto al sostegno dei familiari al Paolo VI (che come sapete ospita malati terminali e in stato vegetativo), dove si era anche occupata del progetto “musicoterapia”.  Il giornalista l’ha descritta molto bene, vorremmo aggiungere che ricordiamo anche la sua dolcezza e il suo amore per i fiori che lei stessa innaffiava e curava al Paolo VI, oltre alle risorse finanziarie che aveva donato alla stessa Associazione. Da quando Agorà si è spostata dal Paolo VI al Santa Chiara non l’abbiamo più vista, ma non l’abbiamo incontrata più nemmeno alle assemblee… Solo ora ne conosciamo il motivo.

Una preghiera da parte nostra a questa volontaria che, pur malata, ha dedicato tanto tempo alla vicinanza e al supporto dei più deboli. D’altronde un’amica del prof. Angelo Ferro non poteva essere diversa.

Giancarla e Sergio